Regia: Roberto Rossellini, 1945
Il sacrestano sta mescolando una pentola sopra una stufa rudimentale mentre parla con qualcuno. "Non ha più orario. Va, viene. Esce, torna… Proprio in questo momento che uno non dovrebbe mettere nemmeno il naso fuori dalla finestra, lui è sempre in giro".
La macchina da presa rivela Pina, seduta su un divano, con una sciarpa a quadri drappeggiata sulla spalla. Lei risponde: "Avrà le sue buone ragioni".
"Speriamo che siano buone".
"Agostino! Mi meraviglio di lei". Si avvicina a lui.
"Ma mi faccia il piacere! Crede che non lo so che oggi tutta quella buriana al forno, l'ha montata lei?"
"Io?" Una croce scura è appesa al muro tra di loro.
"E so pure che, se continuate a fare i fanatici, passerete qualche guaio", avverte.
Seduta ora, Pina scuote la testa. "Speriamo di no”.
"Speriamo".
"Che ore sono?" chiede lei. "Perché alle cinque c'è il coprifuoco".
Lui controlla l'orologio. "Sono le quattro e mezza".
Lei si alza. "Me ne devo andare".
"Se vuole lasciare qualche ambasciata..."
"No. Volevo parlare con Don Pietro, ma non fa niente. Lo vedo domattina prima di sposarmi”.
Don Pietro arriva proprio in quel momento.
Pina lo saluta e lui risponde: "Buonasera, Pina, buonasera".
Mette i suoi libri sulla scrivania. Il sacrestano si lamenta: "Sempre libri! Non abbiamo i soldi per comprare da mangiare e lei continua a comprare libri!"
Comincia a prenderne uno, ma Don Pietro gli afferra il braccio: "Lascia stare! Li devo portare dal parroco di San Lorenzo".
Gesticolando con impazienza, il sacrestano brontola: "Ma vuole uscire un’altra volta? Fra venti minuti c'è il coprifuoco".
"Non importa. Medici e sacerdoti possono circolare". Don Pietro prende della carta per impacchettare i libri.
"Ma al buio è facile prendersi un colpo di pistola. Con questi delinquenti!"
Pina parla: "Don Pietro, io ero venuta per confessarmi".
"E come si fa? Io devo uscire" – risponde, incartando i libri – "Domattina magari?"
"Va bene. Vengo con lei allora. Facciamo un pezzo di strada assieme".
Pina si avvicina per prendere i libri, ora incartati. "Dia a me. Glielo porto io il pacco".
"No!" Li afferra lui, i suoi occhi enormi e spaventati dietro i suoi piccoli occhiali.
"Ma che è matto? Un prete col pacco?!” Riesce ad afferrarli e con un sorriso spinge via dolcemente Don Pietro.
Con una strana logica, continua: "E poi mica pesa a me! Porto già…!" Lui protesta, ma lei non vuole ascoltare. "Sù! Venga con me! Si sta facendo tardi!" Alla porta grida: "Arrivederci, Agostino".
Il prete ammonisce il suo sacrestano: "Sta tranquillo".
Quando se ne sono andati, Agostino spalanca le braccia, guarda verso il cielo e si lamenta: "Se non finisce presto questa guerra io divento scemo!”
In chiesa, Pina e il prete si inginocchiano davanti all'altare, facendo eco ai movimenti di Don Pietro e del figlio di Pina qualche ora prima. Mentre si alzano per andarsene, inizia a suonare una musica di suspense. Cominciano a camminare ma poi si fermano raggelati, fissando qualcosa fuori campo. Pina culla tra le braccia i libri di contrabbando.
Vediamo le loro espressioni tormentate e poi, mentre la macchina da presa si allontana, un uomo in uniforme che blocca il loro cammino.
"Lei è il parroco? Don Pietro Pellegrini?"
"Già", risponde, sorridendo bonariamente, docilmente.
"Desidererei parlarle".
Pina dice che deve andare e porge il pacco di libri a Don Pietro. Lui comincia a prenderli, ma, pensando al soldato, decide che sono più al sicuro nelle le mani di lei. Agitato, le chiede di aspettare. Lei cammina verso il fondo della chiesa con uno sguardo di grande preoccupazione.
Don Pietro scorta lo sconosciuto nell'ufficio e chiede al sacrestano di uscire un momento. I due uomini si siedono alla scrivania. Con orrore del prete, l'ufficiale tira fuori la pistola.
Ma l'uomo semplicemente smonta la pistola per recuperare qualcosa di nascosto all'interno del manico: un messaggio del sacerdote di Minturno. Don Pietro lo legge.
L'ufficiale esclama: "Non mi deve credere un vigliacco… Non ne posso più!" China la testa e stringe i pugni.
Don Pietro gira intorno alla scrivania. "Non deve abbattersi così” – dice gentilmente – "Cercherò di aiutarla. Da dove viene?"
"Da Cassino. È un inferno!"* L'ufficiale, un austriaco, ha disertato.
*La battaglia di Montecassino è stata in realtà una serie di quattro assalti degli Alleati, nella prima metà del 1944, come parte della loro avanzata verso Roma. Alla fine gli Alleati hanno vinto, ma al costo di 55.000 morti.
In chiesa, Pina prega, testa chinata, mani giunte, il pacchetto bianco davanti a lei. Vediamo la connessione tra la sua passione per una Roma libera e la sua forte fede in Dio.
Finalmente appare don Pietro e partono.
Mentre attraversano il ponte sui binari della ferrovia, Pina ammette: “È così tanto che non mi confesso che ho quasi vergogna”.
“No…”
“No, mi lasci dire, Don Pietro. Sento che ho vissuto male, che ho fatto tante cose che non dovevo fare. Ma che crede che non mi vergogni di andare all'altare in queste condizioni? Ma lei non mi può capire, Don Pietro. Sono cose che uno fa senza pensarci, senza avere l'impressione di fare del male. Ero tanto innamorata… E lui è tanto buono, tanto bravo. Tante volte ho pensato che in fondo si sarebbe potuto trovare una meglio di me”. Smette di camminare, raccogliendo i suoi pensieri.
“... sì, una ragazza più giovane e non una vedova con un figlio grande e senza un soldo perché mi sono dovuta vendere tutto per campare, per tirare avanti”. Fa qualche passo in più. “E la vita diventa sempre peggio. Ma chi ce la farà a dimenticare tutte queste sofferenze, tutte queste ansie, queste paure?” Si ferma di nuovo e chiede al prete: “Ma Cristo non ci vede?”
Lui annuisce. “Tanti mi fanno questa domanda signora Pina: ‘Ma Cristo non ci vede?’”
“Sì, il Signore avrà pietà di noi” – continua il prete, camminando di nuovo – “Ma abbiamo tanto da farci perdonare. E per questo bisogna pregare e perdonare molto”.
“Ha ragione, Don Pietro. Ma come si fa quando uno vede quelli là, ti viene voglia di dargli almeno una borsata in faccia!” Indica alcuni soldati che stanno interrogando il conducente di un carro, mentre il suo cavallo aspetta.
“Certo che ha ragione – Cosa mi fa dire... mi dia il pacco. Si fa tardi. Buonasera, signora Pina, buonasera”. Prende i libri, le stringe la mano e se ne va velocemente, senza darle la possibilità di protestare. Lei, rimasta sola, lo guarda tristemente.
Don Pietro sta camminando su una piattaforma sopra la ferrovia. Comincia a fischiare. Un operaio con il berretto cammina sul colle erboso verso il prete, portando una cassetta degli attrezzi e una lanterna. Anche lui fischia.
All'inizio passa davanti a Don Pietro, ora i due uomini fischiano all'unisono. Poi si gira e prende il pacco. I vagoni merci e le ciminiere delle fabbriche sono i loro unici testimoni.
FINE PARTE VII
Parte VIII of this cineracconto will be posted on Saturday, March 27. Check back then – or subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts as well as additional information about the film.
GLOSSARIO
afferra (afferrare) – he grabs
ambasciata (a/e) – message
gli attrezzi (o/i) – the tools
un austriaco (co/ca/ci/che) – an Austrian
si avvicina (avvicinarsi) – she moves closer
il berretto (o/i) – the cap
i binari (io/i) della ferrovia (a/e) – the railroad tracks
bonariamente – agreeably
una borsata (a/e) – a blow with a handbag (noun + ‘ata’ = a blow from that object)
brontola (brontolare) – he grumbles
buriana (a/e) – hubbub
campare – to get by
un carro (o/i) – a wagon
una cassetta (a/e) degli attrezzi – a tool box
culla (cullare) – she cradles
docilmente – submissively
erboso (o/a/i/e) – grassy
mi faccia (fare) il piacere! – give me a break!
la ferrovia (ia/ie) – the railroad, train
il manico (co/ci) – the handles
mi meraviglio (meravigliarsi) di lei – I’m surprised at you
merci (ce/ei) – merchandise
l'ha montata (montare) – you (formal) assembled, put it on
un operaio (aio/aia/ai/aie) – a worker, laborer
il parroco (co/ci) – the priest
porge (porgere) – she holds [something] out
prega (pregare) – she prays
a quadri – plaid
raggelati (raggelare) – frozen (past participle as adjective)
sacerdoti (e/i) – priests
scemo (o/a/i/e) – crazy
scorta (scortare) – he ushers, escorts
smonta (smontare) – he disassembles
spalanca (spalancare) – he spreads [something] wide
una stufa (a/e) – a heater
i vagoni (e/i) merci – the freight cars