Regia: Luchino Visconti (1960)
CIRO Puntata 2
Mentre la scena ha inizio, le luci si accendono in un’arena gigante. Con una semplice immagine Visconti ci fa capire che Rocco ce l’ha fatta, alla grande.
Fuori, una folla si è raccolta. Mentre un’auto accosta, i flash delle macchine fotografiche lampeggiano e la folla si muove in uno sciame, urlando: "Rocco! Rocco!”
Dietro le quinte, la macchina da presa cattura un corridoio affollato tra i camerini, dove i pugili con gli asciugamani al collo chiacchierano con allenatori e amici.
Ciro attraversa il corridoio, annunciando: "Eccolo! Sta venendo!"
Lo segue Luca. Un pugile nero si avvicina a Rocco e lo saluta in inglese, "Hi, Rocco!"
Rocco è vestito con un dolcevita, un berretto e un cappotto di lana messo su una spalla.
"Hai dormito?" gli chiede Cerri.
"Un’ora".
“Bravo”. Cerri gli dà uno schiaffetto affettuoso in faccia.
Ed ecco Vincenzo. Mette il braccio attorno alle spalle di suo fratello e chiede: "Come ti senti?"
"Un po' teso".
Entrano nel camerino di Rocco, attrezzato per un seguito di assistenti e familiari, con una serie di appendiabiti e armadietti lungo i lati. Sul retro, un tavolo è coperto da un lenzuolo bianco. Gli uomini si mettono al lavoro con un ritmo familiare. Ciro prende il cappotto di Cerri; Vincenzo aiuta Rocco con le sue cose.
"Ti fai un massaggio, eh?" offre Cerri e ordina al massaggiatore: "Leggero, leggero".
"Il braccio sinistro mi fa un po’ male", si lamenta Rocco.
"Eh, non è niente".
Rocco si toglie la maglietta. Dietro di lui, ovviamente, locandine di incontri di pugilato sono attaccate al muro.
Ci spostiamo in un bar, dove un ragazzo che gioca a biliardo urla sarcasticamente: "Ehi, Simone, dove sono i nostri biglietti per il combattimento?"
Qualcun altro aggiunge in tono scherzoso: "Ce li avevi promessi, eh!"
In questa stanza piena di giovani che fumano, chiacchierano e ridono, Simone è una figura cupa, fuori forma e fuori posto.
"Ce l'hai con me?" chiede. "Io non vi ho promesso niente. Non vado neanche io a vedere l’incontro".
Un astante interviene, "Lui non ci va, ma gli rode il fegato!" Tutti ridono, prendendolo in giro.
Un ex, un perdente, Simone è un obiettivo facile. Le battute continuano fino a quando una voce alta da fuori campo dice severamente: "Ehi, ragazzi, che succede?"
È Ivo, che indossa la sua giacca leopardata, uno dei pochi costumi peculiari di questo film. Cammina a grandi passi, salutando persone.
Offre a Simone una sigaretta e l'accende per lui.
Poi dice: "Sentite, ragazzi, io e qualcun altro, lo abbiamo visto con i nostri occhi, questo ragazzo qui, come ha conciato il campione".
Ivo avanza e si siede su un tavolo da biliardo, dicendo: "E chi c’era se lo deve ricordare". In questo momento sembra più un serpente che un leopardo. Intorno a lui i giovani continuano i loro giochi, apparentemente disinteressati.
Una voce fuori campo risponde: "Ero lì e me lo ricordo".
Un altro aggiunge: "Acqua passata. Mi piacerebbe vedere adesso i due Parondi uno contro l’altro!"
"E poi me lo raccontate chi viene fuori conciato come da buttar via?"
"Si può sempre riprovare!"
Simone, con la barba, tremante come un drogato in astinenza, non dice nulla.
Una coppia si alza per ballare. Si tengono vicini, ignari del dramma.
"Ma adesso dovremmo spostarci dalle parti dell’idroscalo"* – dice Ivo, fuori campo – "Sapete cosa mi hanno detto? Nadia sta lavorando con una donna che le affitta la stanza e la macchina".
Simone sta andando via incurvato ma, appena sente il nome di Nadia, si gira e torna nella stanza per ascoltare. “Nadia porta i clienti in macchina all’idroscalo, dalle parti del chiosco delle bibite".
*L'idroscalo è un lago costruito nel 1930 per l'atterraggio di aerei. Non più utilizzato per quello scopo, il lago e il parco circostante sono oggi noti come Parco dell'Idroscalo.
Simone sembra improvvisamente rianimato. Il suo viso si illumina. "Ivo, ma sei sicuro?"
"Guarda come drizza le orecchie" – commenta Ivo rivolgendosi al gruppo – "Se vogliamo stasera potremmo organizzare un'altra bella serata come quella".
Simone ride e si gira verso la porta.
"Tuo fratello ci tiene sempre alla puttana che lo fa in macchina? O lui adesso guarda più in alto?"
Ma Simone non sta ascoltando. Si allontana, ridendo ancora.
Ivo lo chiama, "Ma dove vai? Vieni qua! Simone, cosa fai?" Simone ora ha una missione. Ignora Ivo e corre fuori dal bar.
Torniamo al luogo dell’incontro di Rocco. Vincenzo dice: "Hai visto quanta la gente? Ci sono tutti i campioni!"
Rocco si sta preparando per un combattimento. Indossa una vestaglia con il suo nome stampato sul retro, mentre gli assistenti gli fasciano le mani. Uno lo incoraggia: "Forza, Rocco!"
L'avversario di Rocco, anche lui in vestaglia, si sta preparando dall'altra parte della stanza. Fissa Rocco. I due pugili e i loro assistenti sembrano quasi immagini speculari.
Una panoramica lenta porta Cerri nell’inquadratura. Guarda l'altro pugile, poi Rocco. Sembra preoccupato.
Un primissimo piano sull'altro ragazzo. Un primo piano su Rocco e la macchina da presa si allontana mentre lui guarda in basso, perso nei propri pensieri. C'è un costante brusio di sottofondo.
Rocco si alza e Cerri controlla le sue mani. Cerri è vestito come un gangster: camicia nera, giacca, cravatta, cappello a torta di maiale.
"Dammi un po' di acqua minerale" – dice Rocco, che si è tolto la vestaglia – "Ho la bocca secca".
"No, gonfia lo stomaco", risponde Cerri.
"Allora dammi un po' di limone".
Piega la testa all'indietro e l'assistente gli spreme succo di limone in bocca. Al momento, sembra nudo e vulnerabile, un bambino che riceve il sacramento.
L'assistente gli rimette la vestaglia di seta e gli dà un asciugamano. Dando un’occhiata al suo avversario, Rocco flette le braccia e salta un po', riscaldandosi, mentre un altro assistente gli massaggia la schiena.
Vediamo Simone all'idroscalo, su una passerella fatiscente. Cammina, le mani in tasca, trema un po', tenendo il cappotto chiuso per il freddo. I suoi passi sono inquietanti, in contrasto con la dolce scena bucolica alle sue spalle.
Scorgendo qualcosa, si ferma e corre a vedere meglio: è Nadia in cappotto bianco che cammina con un cliente, un'auto parcheggiata in lontananza dietro gli alberi spogli.
Simone osserva silenziosamente mentre Nadia cammina con l'uomo. Gli alberi invernali proiettano decise ombre diagonali attraverso l’inquadratura.
Quando vede Simone, Nadia dice al suo compagno di aspettare. Tenendo chiuso il cappotto, lei si avvicina al suo ex-amante, mentre lui aspetta vicino all’acqua.
"Che cosa vuoi?" chiede Nadia.
Lui non risponde.
"Dimmi" – insiste – "Che cosa vuoi?"
Lui rimane in silenzio.
Cammina intorno a lui, sollevando la borsetta: "Oh, vuoi soldi, forse". Cammina verso l'acqua e poi torna indietro, tenendo la borsetta aperta. "Guarda, non ne ho, guarda. È vuota. Neanche una lira".
"No, non voglio soldi". Le si avvicina, le due sagome contro il lago sullo sfondo.
"Stai lontano!"
"Nadia, non mi dire di no. Non mi devi dire di no. Noi due ancora insieme. Allora sarà possibile anche per me ricominciare una vita, capisci?"
"Noi due?" chiede lei ironicamente.
"Sì".
"Insieme noi due?" ripete, incredula.
"Sì".
Lei ride nervosamente e si allontana da lui. "Non è possibile. Vai via! Vai via!" Gli fa un gesto come se lui fosse un bambino piccolo o un cane.
"Nadia! Nadia!" Lui la rincorre e la afferra, ma lei scivola via urlando e lasciandolo a tenere il suo cappotto. È vestita tutta di nero, una gonna e una camicetta.
Ma non c'è nessun posto dove lei possa scappare. L’acqua la blocca, lei guarda indietro e urla terrorizzata.
Lasciando cadere il cappotto per terra, lui le si avvicina e le afferra le spalle. Lottando contro di lui, lei chiama disperatamente: "Aiuto!" Ma il suo cliente sta scappano.
I due corpi che lottano sembrano piccoli nel campo lungo contro l'ampia distesa d'acqua.
"Aiuto!" grida lei.
"Nadia!" implora lui. Sembra che voglia solo abbracciarla, ma lei ha paura e corre via. In effetti, lui le ha strappato via la camicetta, e ora lei indossa solo la sua sottoveste. Nell'acqua, il riflesso di lui insegue quello di lei, raddoppiando l'azione e aumentando il terrore della scena.
"Signore, non mi lasci qui!" urla al suo cliente, ma lui se n'è andato da tempo. Simone corre da lei, cercando di metterle il cappotto sulle spalle per scaldarla. "Lasciami!" grida lei.
Simone, cercando finalmente di mostrare un po' di preoccupazione per lei, riesce a metterle il cappotto sulle spalle. Ma lei non sta pensando. Sta seguendo il suo istinto di allontanarsi da lui.
Alla fine la raggiunge, la avvolge nel cappotto bianco, le sue braccia la imprigionano.
"Copriti. Non gridare. Tanto non ti sente nessuno. Perché tremi? Hai paura? Guarda come tremo anch'io".
Barcollano mentre lui cerca di rassicurarla.
Ma lei si stacca. "Non ho paura! Lasciami!"
Lui la prende di nuovo tra le sue braccia. "Amore mio, no! Nadia, no!" La blocca con le sue gambe e le mette un braccio intorno al collo.
Nell'arena il combattimento è iniziato. L'arbitro, vestito tutto di bianco, osserva mentre i lottatori si prendono le misure. Un campo lungo mostra un pugno deciso su Rocco, che cade sulle corde. Ginetta e Franca saltano su, preoccupate.
Rocco è disorientato; scuote la testa.
Cerri chiede all'allenatore: "Perché non si copre?"
L'allenatore risponde: "Ci risiamo. Si è spaccato il sopracciglio!"
Determinato, Rocco torna sul ring. I pugili si scambiano colpi.
"Copriti!" – urla Cerri – "Copriti!"
"Copriti" – dice Simone a Nadia, mentre un raccordo ci riporta al lago – "Copriti che fa freddo".
Spingendola contro un albero, le bacia la faccia e il collo e sprofonda la faccia nel suo petto. Ci ricorda quella volta nella camera da letto di lei, quando lei gli diceva di andarsene e lui continuava a baciarla e ad accarezzarla. Solo che adesso è tutto diverso. Quello era un momento di speranza.
Nadia sembra prima disperata e poi vuota. Desiste; sa che non può scappare.
"Ti ho fatto male" – lui continua, singhiozzando – "Amore mio". Lei fissa lo sguardo oltre la sua spalla, silenziosamente, senza espressione.
Alla fine lei parla, in modo aspro, senza guardarlo. "Non puoi sapere come ti odio. Tu non sei un uomo, sei una bestia. Tutto quello che tocchi diventa lurido... ripugnante... volgare. Non ti voglio vedere più, mai più, capisci? Non voglio sapere più niente di te". Lui fa un passo indietro e la guarda mentre parla. "Sei tu che hai rovinato l'unica cosa bella della mia vita. Lo sai, avanzo di galera? Ora posso finalmente sputare sulla tua faccia tutto il disgusto che provo per te. E ora puoi fare quello che vuoi. Non me ne importa niente".
La musica, lenta e triste fino ad ora, diventa oscura e inquietante.
Lei si allontana da lui. Lui sta in piedi contro l'albero, fissandola con un misto di dolore e indignazione.
La sua mano raggiunge lentamente la tasca, estrae un coltello a serramanico e lo apre.
Nadia si allontana camminando lungo la riva in un campo lungo. Trascina il suo cappotto bianco dietro di sé. Simone è in piedi vicino all'albero, la lama del coltello che sporge dalla sua sagoma.
Si mette in cammino per seguirla. Lei si gira e si appoggia a un palo della luce lungo il lago; è il crepuscolo.
Lui si avvicina a lei lentamente, la lama luccica contro la sua sagoma scura. Dietro di lui l’acqua illuminata riflette gli alberi. Nadia vede il coltello e lascia cadere il suo cappotto. Lei lo aspetta, con le spalle esposte al freddo, accettando il suo destino.
Non possiamo vederla; il corpo di Simone la copre. Vediamo solo le sue braccia mentre le alza e le estende ai lati, come Cristo crocifisso.
Poi lei gli mette le mani sulla testa. Il gesto rievoca le mani in preghiera che abbiamo visto sopra il suo letto nell'appartamento dei Parondi, le mani in L’Urlo di Munch.
E torniamo sul ring: vediamo i pugili in primissimo piano, che si tirano pugni. La macchina da presa si tira indietro giusto in tempo per mostrare Rocco che assesta un pugno deciso sulla faccia dell'avversario. L'uomo va giù.
La folla impazzisce e Rocco balla dall'altra parte del ring. L'arbitro conta sull'uomo caduto, facendo cenno a Rocco di stare lontano.
E poi improvvisamente siamo di nuovo con Nadia. Si appoggia contro il palo, le mani strette attorno al collo di Simone, urlando di dolore mentre Simone la pugnala. Tira fuori il coltello e lei si avvinghia ancora a lui, cadendo mentre lui le affonda il coltello dentro.
Lui la getta a terra. Lei protesta: "Non voglio morire!" mentre crolla sull'erba sul bordo dell'acqua. Simone è in piedi sopra di lei con il braccio teso, in mano il coltello.
Lei si trascina in avanti, in un futile tentativo di fuga. Simone si siede su di lei e la pugnala ancora e ancora.
Ma lei si rifiuta di morire. Si trascina lungo l'erba fino all'acqua, giù per il terrapieno. Alla fine Simone abbraccia Nadia mentre la pugnala con tutte le sue forze. Questa pugnalata finale alla schiena finalmente la uccide: lei si alza e poi cade per sempre.
Simone si siede accanto a lei, le mani coperte dal suo sangue. Lascia cadere il coltello e cerca disperatamente di pulirsi la mano con il cappotto di lana. La sciacqua nel lago e poi la strofina di nuovo sul cappotto.
Tornando alla realtà ora, si guarda intorno per vedere se ci sono dei testimoni. Poi sale sul terrapieno, ansimando.
Comincia a fuggire ma si gira a guardare Nadia. Quindi parte, più veloce che può.
La folla salta in piedi esultando, mentre l'annunciatore nomina il vincitore: "Rocco Parondi!" Il piccolo seguito di Rocco – Cerri, l'allenatore e Vincenzo – si unisce a lui sul ring, mentre la loro controparte aiuta il suo avversario.
Mentre gli evviva risuonano nella vasta sala, Rocco alza le braccia in segno di vittoria.
FINE PARTE VII
Here is the link to Parte VIII – the final installment – of this cineracconto. Vertigo grammar exercise about the film are posted at the bottom of it. Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts.
GLOSSARIO
accosta (accostare) – it pulls up
“acqua passata” – “ancient history”
affonda (affondare) – he plunges
ansimando (ansimare) – panting
appendiabiti (o/i) – coat racks
armadietti (o/i) – lockers
aspro (o/a/i/e) – harsh
assesta (assestare) – he delivers, lands
un astante (e/i) – a bystander
astinenza – withdrawal (from drugs)
attrezzato (attrezzare) – equipped (past participle as adjective)
avanza (avanzare) – he goes to
avanzo (o/i) di galera – criminal (literally: prison garbage)
l'avversario (io/i) – the opponent, adversary
si avvinghia (avvinghiarsi) – she clings
le battute (a/e) – the teasing
le bibite (a/e) – the beverages
un brusio (io/ii) – a hum, buzz
da buttar via – garbage
i camerini (o/i) – the dressing rooms
cappello (o/i) a torta di maiale – pork pie hat
cenno (o/i) – gesture, motion
circostante (e/i) – surrounding
un coltello (o/i) a serramanico – a switchblade
ha conciato (conciare) – he beat up
il crepuscolo (o/i) – the dusk
desiste (desistere) – she gives up
dietro le quinte – backstage
un dolcevita (no change) – a turtleneck
drizza (drizzare) – it stands up, raises
un drogato (o/a/i/e) – a junkie
estrae (estrarre) – he takes out
gli evviva (no change) – the cheers
un ex (no change) – a has-been
familiari (e/i) – family members
fasciano (fasciare) – they bandage, wrap
fatiscente (e/i) – crumbling
flette (flettere) – he flexes
gonfia (gonfiare) – it bloats
una gonna (a/e) – a skirt
l’idroscalo (o/i) – the seaplane base
immagini (e/i) speculari (e/i) – mirror images
incurvato (incurvare) – slouching, slouched (past participle as adjective)
inquietanti (e/i) – unsettling
invernali (e/i) – wintry
la lama (a/e) – the blade
lampeggiano (lampeggiare) – they flash
un lenzuolo (o/i) – a sheet
luccica (luccicare) – it glints
si mette (mettersi) in cammino – he sets out
‘si mettono (mettersi) al lavoro’ – ‘they get down to business’
un obiettivo (o/i) – a target
una passerella (a/e) – a walkway
peculiari (e/i) – unique, distinctive
un perdente (e/i) – a loser
‘si prendono (prendersi) le misure’ – ‘they size each other up’
pugnala (pugnalare) – he stabs
si è raccolta (raccogliersi) – it has gathered (past participle)
un raccordo (o/i) – a match cut (cinematic term: a scene is cut so that the final sound or image matches the sound or image in the next scene as it opens.)
raddoppiando (raddoppiare) – doubling
rievoca (rievocare) – it recalls
rincorre (rincorrere) – he chases
riscaldandosi (riscaldarsi) – warming up
‘ci risiamo’ (riesserci) – ‘here we go again’
‘si rode (rodersi) il fegato’ – ‘he’s eating his heart out’
sciacqua (sciacquare) – he rinses
uno sciame (e/i) – a swarm
scivola (scivolare) – she slips
scopo (o/i) – purpose
scorgendo (scorgere) – spotting
scuote (scuotere) la testa – he shakes his head
secca (cco/cca/cchi/cche) – dry
un seguito (o/i) – an entourage
il sopracciglio (io/ia) – the eyebrow
la sottoveste (e/i) – the slip
si è spaccato (spaccarsi) – he split (past participle)
sporge (sporgere) – it projects
spreme (spremere) – he squeezes
sprofonda (sprofondare) – he sinks
si stacca (staccarsi) – she breaks away
strofina (strofinare) – he wipes
da tempo – long ago
il terrapieno (o/i) – the embankment
i testimoni (e/i) – the witnesses
ci tiene (tenerci) – he cares about
trascina (trascinare) – she drags