Regia: Mira Nair (2001)
Titolo italiano: Matrimonio indiano
Sceneggiatura: Sabrina Dhawan
Fotografia: Declan Quinn
Scenografia: Stephanie Carroll
Colonna sonora: Mychael Danna
Lalit Verma (Naseeruddin Shah), il capofamiglia,* sta appendendo calendule arancioni su un arco nel giardino della sua casa alto borghese. La festa di fidanzamento di sua figlia Aditi è stasera! I petali cadono sulla sua testa e in un mucchio ai suoi piedi. Il prato è verde intenso. I cespugli ben tagliati stanno ordinati in file. Lui urla: "Dubey! Dubey!”
Una voce da fuori campo risponde: "Lui non è qui".
*Ci sono molti membri in questa famiglia allargata. Se hai bisogno di aiuto per capire chi è chi, consulta l'elenco qui.
"Non è ancora qui? È un tipo impossibile!" Lalit brontola mentre cerca senza successo di sistemare le ghirlande sull'arco.
Alla fine si arrende e si dirige verso la casa chiamando sua moglie in inglese: "Pimmi, per favore portami il telefono!"
Pimmi (Lillete Dubey) corre fuori con il cellulare e glielo porge dicendo: "Lalit, vuoi qualcos'altro: tè? Nimbu pani?" *
"No, no" – risponde lui allontanandosi con il telefono – "e quel maledetto bastardo di Dubey non è ancora arrivato".
"Oh cielo!" risponde lei in tono comprensivo in Punjabi.
* Limonata indiana
Lalit compone il numero e si mette il telefono all'orecchio borbottando: "Vuole soldi, ma non vuole lavorare". Cammina sotto l'arco mentre qualcuno risponde. “Dubey? Lalit Verma, chi altro? Molto gentile da parte tua rispondere", aggiunge con rabbia. Si guarda intorno e poi urla al telefono: "Cosa sta succedendo? Non c'è nessuno qui!"
Nel frattempo, Pimmi corre di sopra chiamando la donna di servizio: "Alice!"
Quando vediamo Alice (Tillotama Shome), una graziosa giovane donna che indossa un sari rosso luminoso e porta un vassoio, il modo in cui la luce splende su di lei ci dice che potrebbe essere proprio la protagonista di questa storia ...
Pimmi la istruisce in hindi: "Friggi i pakoras.* Tè per il padrone. Sbrigati!"
Alice posa il suo vassoio su un tavolo che è già stato apparecchiato con diversi piatti.
* Uno spuntino fritto di ceci.
Seduta al tavolo, la sorella di Pimmi, Shashi (Kamini Khanna), dice in inglese: "Pimmi, mi spiace dirlo, ma Lalit si innervosisce troppo. Non va bene. Si vedono tanti giovani avere attacchi di cuore di questi tempi".
Una donna più anziana dice: "Dio non voglia! Il matrimonio è così presto".
"E Lalit sta facendo tutto da solo".
"Centinaia di cose per cui innervosirsi".
Fuori nel cortile, Lalit è ancora al telefono, parla con Dubey in hindi. "L’arco di calendula sta andando a pezzi. I fiori sono dappertutto. Cosa sta succedendo?"
Ora vediamo l'organizzatore di eventi P.K. Dubey (Vijay Raaz), un uomo allampanato con una sciarpa annodata in una sorta di ascot. Allegramente minimizza le preoccupazioni del suo cliente e cerca di calmarlo, "Non c'è bisogno di arrabbiarsi così tanto, signore. Fiori? Cosa sono un po’ di fiori?"
Dubey cammina mentre parla al telefono, dietro di lui vediamo pile di mattoni e uomini al lavoro. Martelli tamburellano. Lui sembra essere in un cantiere. "Per lei porterò il Giardino Mughal del Kashmir, basta che lo ordini. Sono bloccato in un ingorgo".
Lalit replica, "Basta! Vieni qui subito!"
"Dieci minuti, esattamente e approssimativamente", lo rassicura Dubey in inglese.
*In realtà non un giardino, ma un gruppo di giardini sontuosi e architettonicamente sofisticati che includono piscine, giardini e canali all'interno delle loro mura.
Proprio mentre la conversazione sta finendo, Lalit vede una macchina che si muove all'indietro nel vialetto, sparando musica hip-hop. "Cosa combina questo idiota?" mormora, mentre cammina verso l'auto.
La macchina sta facendo marcia indietro troppo velocemente e sfiora le file ordinate di piante in vaso sul bordo del vialetto. Lalit rimprovera l'autista, un bell'uomo con una maglietta e un cappellino. È suo nipote, Rahul (Randeep Hooda), che si difende: "Ho solo una mano con cui guidare".
"Chi ti ha detto di romperti la mano, idiota? Dov’eri?"
"Sono andato all'aeroporto a prendere tua sorella e suo marito".
"Dove sono?"
"Non li ho visti".
"Cosa intendi per ‘non li hai visti’?"
"Non so nemmeno che aspetto abbiano".
"Perché non hai tenuto un cartello che dice: 'Signore e signora Tej Puri dagli Stati Uniti’? Avrebbero potuto vedere te".
In risposta, Rahul sbadiglia e si stiracchia allargando le braccia.
"Perché stai sbadigliando così tanto?"
"Perché non ho quasi dormito, per non parlare del fatto che sono tornato dall'Australia appena ieri".
Rahul accetta di tornare all'aeroporto e Lalit, per nulla placato, gli dice "Assicurati di essere lì in tempo. Non mettere l'aria condizionata quando vai a prenderli. Togliti quel cappello stupido”.
"Calmati, amico", risponde.
All’apertura della scena successiva, un televisore trasmette un programma di cucina. Pimmi, che indossa una tunica bianca decorata con fiori rossi, è sulla soglia della camera di suo figlio. Con un'espressione addolorata, chiede: "Oh Dio, Varun. Che cosa stai facendo?" Varun la guarda accigliato. È sdraiato sulla pancia, guarda lo schermo e scrive su un quaderno. "Perché non ti sei preparato? Non hai sentito papà? Si sta arrabbiando così tanto".
"Mamma, è l'ultimo passo –" dice parlando del suo programma di cucina. Lei gli afferra il polso. "Curry di cocco, mamma!" protesta ancora lui.
"No" – dice lei togliendogli la camicia – "Ora non mi dare problemi. E questa TV, sono così stufa. Andiamo, sbrigati!"
Passa al Punjabi, che riflette l'identità etnica della famiglia, e lo rimprovera in modo scanzonato, prima di tornare all’inglese: "Hai cambiato la biancheria intima?"
"Mamma!" protesta lui.
Lei torna al Punjabi: "L’hai fatto? Dimmi la verità!"
Lui ride, colto in flagrante. Lei gli strizza affettuosamente le guance e gli dà un grande bacio.
La scena successiva si apre su una strada trafficata di Delhi, dove c’è una macchina bianca squadrata con un aspetto anni '60. È un’Ambassador, un'auto fabbricata in India che non si vede più molto in giro. Una passeggera è seduta sul sedile posteriore.
Alla fine del viaggio, la passeggera, una giovane donna, i capelli tagliati corti in uno stile moderno, un rossetto rosso acceso e un sari sui toni del verde, entra in uno studio televisivo. È Aditi (Vasundhara Das), ed è la sua festa di fidanzamento che Lalit sta preparando. Sentiamo la voce di un uomo che chiede in modo retorico: "Solo perché l'India è diventata globale, dovremmo accettare tutto? E la nostra cultura antica? Le nostre tradizioni, i nostri valori?"
Gli ospiti del programma tv – alcuni in abiti occidentali e altri in abiti tradizionali – stanno discutendo di censura, in inglese. Aditi sorride, godendosi lo spettacolo.
La macchina da presa fa una panoramica dello studio, mostrando i relatori, la troupe televisiva e il pubblico, tutti che ascoltano attentamente. L’unica relatrice donna, in sari con motivi viola, interviene in hindi.
Vikram, il moderatore, si è preparato con cura: i capelli unti all'indietro con gel, barba e baffi ordinati, il polsino della camicia pastello che sporge perfettamente dalla manica della giacca, un orologio da polso voluminoso e costoso. Introduce una doppiatrice: "una delle migliori doppiatrici di Delhi". La donna entra timidamente, vestita con modestia in un sari color acqua, e la relatrice le chiede di leggere la loro nuova sceneggiatura.
La doppiatrice indossa una cuffia e inizia a leggere le sue battute. Comincia con un gemito sessuale. Poi, respirando affannosamente, recita in hindi, "Dammelo. Dai. Ancora, ragazzone, di più". Alcuni dei relatori – ma non tutti – ridono di questo monologo esplicito, presentato in modo così impassibile e così fuori contesto.*
*Questa scena è il commento della regista Mira Nair sulla censura in India, dove i film che hanno una rilevanza sociale sono spesso censurati, mentre quelli di poco valore sociale non lo sono.
La doppiatrice continua: "Mi piace così. Dammi di più". Il personale della troupe e il pubblico dello studio ridacchiano nervosamente.
La dimostrazione è finalmente finita, Vikram dice: "Dobbiamo fare una breve pausa, signore e signori, ma restate sintonizzati su delhi.com". Il pubblico applaude.
Lui lascia il suo posto e Aditi lo segue.
Lo raggiungiamo nel suo camerino, sta guardando il telefono. Aditi entra e si salutano silenziosamente. Li vediamo nel riflesso dello specchio.
"Come stai?" chiede ad Aditi in inglese.
“Bene”.
"Sei felice?" chiede lui riferendosi al suo imminente matrimonio.
"Sì", risponde lei ma quando lui la bacia, lei lo accetta volentieri e subito. Ma come… il suo matrimonio non è tra pochi giorni? E non è con lui.
"Mi manchi", mormora lui.
Proprio in quel momento un’assistente irrompe nella stanza. Aditi salta fuori dall'abbraccio. "Oh, ciao Aditi" – dice la donna – "Scusate. Iniziamo tra 20 secondi".
"Ci sarò", le dice Vikram.
"Va bene. Scusa", sussurra l’assistente e si tira indietro dalla porta con un sorriso complice.
"Devo andare", si scusa con Aditi. Le bacia la mano e se ne va, dicendole di chiamarlo.
Lei lo guarda tristemente.
Di nuovo in macchina, Aditi sta passando accanto a un parco. Un disco rosso di sole sta tramontando dietro una fila di alberi.
Una voce femminile chiede: "Aditi, perché stai facendo questo?"
"Facendo cosa? Cosa sto facendo?"
È la cugina di Aditi, Ria. "Non penso che tu sia pronta per il matrimonio", dice, un po' severa.
"Voglio solo sistemarmi", spiega Aditi.
"Allora cosa fai? Ti sposi con un tipo selezionato da mammina e paparino. Lo conosci da appena un paio di settimane. Sei davvero matura", conclude sarcasticamente.
Aditi spiega: "Non posso aspettare di vedere se la moglie di Vikram accetterà mai di divorziare da lui. Ho letto troppe riviste. So che potrebbe non succedere mai".
"Prendi tutti i consigli di vita dal Cosmopolitan del cazzo?"
"Non fare così la superiore con me".
"Ma siamo famiglia” – risponde Ria – “Posso dirti cosa penso, e lo faccio".
"Esatto, la mia cugina più anziana non sposata, Ria" – risponde Aditi in modo cattivo – "Ora cosa saprebbe della passione?"
Ria, ferita, distoglie lo sguardo, fuori dal finestrino della macchina.
Aditi si sente subito in colpa, "Non intendevo quello".
Ria si gira di nuovo verso di lei. "Con tutto questo parlare di passione, che ne dici di sposarsi per amore, Aditi?"
Alla fine Dubey è arrivato alla casa dei Verma, portando i suoi dipendenti. Gli uomini scherzano l'uno con l'altro in modo amichevole. Lui chiede se desiderano del tè e poi ne ordina quattro a qualcuno fuori campo.
Lalit lo saluta un po’ sarcasticamente: "Re Dubey!"
"Al suo servizio", risponde lui, allungando le braccia in avanti in un gesto di umiltà, nonostante tra le mani abbia il suo telefono.
"Ci onori con la tua presenza?" chiede Lalit, mentre scende le scale disseminate di ghirlande. Con un asciugamano sulle spalle, si sta mettendo la schiuma da barba sulla faccia. I due uomini continuano a parlare, passando facilmente da hindi a inglese.
"Sua figlia è mia figlia. Perché preoccuparsi?" insiste Dubey.
"Il matrimonio è tra quattro giorni", dice Lalit, infastidito. "Lo sposo sta arrivando. Vuoi che io perda la faccia?" Questa è un'affermazione ironica per un uomo con una maschera di schiuma da barba fino agli occhi.
Lo squillo del telefono di Dubey interrompe la conversazione. "Chiamata importante", spiega a Lalit. Grida nel telefono: "Chiama il mio cercapersone, dannazione!" e lo chiude di scatto.
"Cose più importanti da fare?" chiede Lalit, continuando a spalmarsi la schiuma sulla faccia. "Sei un organizzatore di eventi. Risolvi questo adesso!"
Dubey chiama in modo spiccio i suoi dipendenti: "Aggiustate! Barboni insolenti! Volete il tè, vero? Al lavoro!"
Lalit aggiunge per sicurezza: "Voglio che sia fatto ora!"
Sul vialetto d'accesso arrivano Aditi e Ria con le borse della spesa. A quanto pare hanno dovuto lasciare la loro auto perché il furgone di Dubey sta bloccando la strada.
Lalit ordina: "Re Dubey, sposta il tuo furgone".
Dubey grida ai suoi operai: "Spostate il furgone!"
Lalit rimprovera sua figlia per il ritardo; la gente sta per arrivare. Dice alle ragazze di vestirsi. Prende in giro sua figlia Aditi mettendole sul viso la schiuma da barba prima che lei entri in casa.
"Che belle", commenta Dubey mentre le ragazze si allontanano. Lalit, sempre con il sapone da barba sul viso, lo fissa con disapprovazione. Sembra che Dubey abbia dimenticato il suo posto in questo complesso microcosmo sociale.
"Si calmi!" risponde Dubey.
Il disprezzo di Lalit si concentra successivamente su suo nipote Rahul, che poltrisce sulle scale.
"Che cosa ci fai qui?" lo aggredisce Lalit.
"Semplicemente mi rilasso".
"Si rilassa! Idiota ...", mormora Lalit rientrando.
Al suono del suo cercapersone, Dubey lo tira fuori e lo guarda con disgusto.
In questo grande cast di personaggi, tutti sono impegnati a fare qualcosa – anche se è semplicemente rilassarsi.
Rientrata a casa, Pimmi – vestita elegante, ma sempre con i bigodini tra i capelli – sta fumando una sigaretta in bagno. Sentendo la voce di Aditi – "Ciao, mamma, siamo tornate!" – si lancia in una serie di movimenti selvaggi con le mani, per disperdere il fumo. Getta la sigaretta nel gabinetto e spruzza un deodorante per ambienti, agitando freneticamente la bomboletta.
Fuori in giardino, Alice raccoglie i bicchieri da tè che gli uomini di Dubey hanno lasciato sparpagliati tra le calendule e li mette sul suo vassoio, mentre una musica ritmata in urdu suona fuori dallo schermo.
Oggi il tempo è molto mutevole
Qualche tempesta sta arrivando ...
Tu sei bellissima e la stagione è giovane...
Alice sembra fluttuare. Per un momento lancia un'occhiata a Dubey che è al telefono.
* Uno dei cantanti più famosi in India, Mohammed Rafi, interpreta questo classico romantico nel film.
Raccoglie una delle calendule arancioni brillanti che sono disseminate lungo i gradini, la lancia delicatamente in aria, mentre la melodia suona. Poi prende la calendula e se la infila con cura dietro un orecchio. Notiamo che indossa un crocifisso d'argento.
In contrasto con i movimenti contenuti e delicati di Alice, Dubey è estroverso e rumoroso. Sta parlando al telefono con sua madre in hindi: "Mi fermerò al tempio. Potrebbe farsi tardi".
I suoi gesti urgenti e la voce aspra si alternano con le immagini di Alice, che sembra dondolarsi al rallentatore con la musica.
"No, non mangerò a casa" – continua – "Arriverò tardi". Mentre cammina incurante, Alice, forse persa nei suoi pensieri, va proprio addosso a lui. Il vassoio di bicchieri cade a terra ai piedi di lui con fragore.
Alice si china per raccogliere i frammenti, fissandolo con gli occhi spalancati. "Perdonami", dice sommessamente. Lui sussulta di dolore, ma non si cura di lei. Dopotutto, lei è solo una umile cameriera. Lo sentiamo dire a sua madre di lasciare che si occupi lui dei mercati azionari. È infastidito dal fatto che, quando lei lo chiama sul suo cellulare, lui paga dodici rupie al minuto. Dubey è un uomo molto bistrattato.
Sopra di lui, uno dei suoi dipendenti è disteso sulla cima di un muro a posizionare le calendule.
Dubey guarda giù e vede che una calendula è atterrata sulla sua camicia. Muovendosi al rallentatore, come Alice, studia il fiore, mentre altri petali si muovono intorno a lui. Quindi, come in un sogno, se lo infila in bocca.
Si guarda indietro – al rallentatore – in direzione di Alice, con aria confusa, masticando il fiore con fare pensieroso. È un incantesimo che viene lanciato? Mentre la musica seducente continua a suonare, questo sembra certamente un momento magico.
Ria, nella sua vestaglia, si sta preparando per la serata. Mentre esamina alcuni vestiti nell'armadio, sente qualcuno ridacchiare: è la sua cuginetta Aliyah, seduta sul fondo dell'armadio con un grosso libro in grembo.
Aliyah si vanta: "Ho visto la cugina Aditi nuda e ho quasi visto anche te nuda".
Ria replica: "Sei disgustosa. Esci adesso!"
"Cosa significa questa?" chiede Aliyah indicando una parola nel suo libro. È un libro di preparazione per un esame in inglese.
Ria le dà un’occhiata. "Perché sei così irritante?"
"Perché non sei ancora sposata?" La bambina di dieci anni sa come infastidirla.
"Basta!" – dice, accigliandosi e scuotendo la testa – "Vestiti per la festa di fidanzamento".
In uno dei bagni, C.L. (Kulbhushan Kharbanda) canticchia tra sé mentre fatica a sistemarsi i capelli. Aliyah gli si avvicina con il libro in mano.
Lui si aggiusta il fazzoletto nel taschino e si spruzza della colonia, canticchiando felicemente.
Sorridendo ad Aliyah, dice: "Ciao, dolcezza! Cosa c'è, bambina mia?"
"Cosa significa questa parola?" gli chiede, indicando una pagina.
Prende il libro da lei e osserva.
Lei legge: "È lussurioso".
Lui esclama: "Nel nome di Dio, cosa c'è scritto qui? Non esiste una parola del genere, bambina mia. È un errore di ortografia. Non ci dovrebbe essere quel "ri" lì. È lussuoso”, conclude, non conoscendo la parola che lei ha chiesto.
Le restituisce il libro, si spruzza un altro po’ di colonia – follemente, proprio sugli occhi – e poi la spinge fuori dalla stanza.
Fuori nel cortile, Lalit sta ripassando l’organizzazione con suo nipote Rahul, che sarà il barista durante i festeggiamenti della serata. Lalit è vestito con una lunga kurta*, pantaloni bianchi e sandali, tutto pronto per la festa di fidanzamento. Mostra a Rahul dove lavorerà.
* Una camicia lunga e ampia.
Continuando con i suoi modi scontrosi, lo rimprovera: "Non c'è bisogno di essere così felice solo perché sei il barista. Non dovresti toccare nemmeno una goccia". Schiaffeggia il nipote sulla testa. "Capisci?"
"Va bene".
"Un barista dovrebbe essere assolutamente sobrio. Tieni questa lista" – dice, consegnandogli un foglio di carta – "Assicurati che i camerieri non si freghino nulla, eh? Assicurati che tutte queste bottiglie ci siano. Fai bicchieri piccoli per tutti. Non troppo grandi".
Improvvisamente Lalit ricorda: "Il whisky non è ancora arrivato! Uday avrebbe dovuto portarlo. Eccolo”. Una piccola macchina rossa entra nel vialetto. "Il mio fratello non-puntuale!"
Uday ferma la macchina. Abbassando gli occhiali da sole guarda fuori dal finestrino e allegramente dice: "Buongiorno!"
Senza preoccuparsi delle gentilezze, Lalit si mette subito al lavoro: "Hai portato il whisky?"
"Secondo te?" risponde l’altro in modo burbero.
La moglie di Uday scende dalla macchina con un largo sorriso. "Abbiamo preso del vero scotch dal cliente di Uday".
"Grazie, Sona. Molto gentile da parte vostra".
Ayesha – un’altra dei tanti cugini – emerge dall'auto, si sporge sul tetto e saluta suo zio Lalit. Rahul alza gli occhiali da sole per vederla meglio.
"Perché non rimani?" le chiede Lalit.
"Devo studiare per il mio esame".
Sona gira intorno alla macchina e dice a Lalit: "Spero che la mia piccola Aliyah non ti abbia disturbato”.
"No, è una delizia".
Rahul e Ayesha si guardano l'un l'altra con interesse da sopra il tetto dell'auto.
"Portiamo il whisky dentro!" ordina Lalit, inginocchiandosi accanto alla macchina. "Idiota australiano! Prendilo e portalo dentro".
Guardando l'orologio, Lalit si lamenta con suo fratello: "Non è questa l’ora di arrivare per un membro della famiglia".
"Sono solo le 4:00" – protesta Uday – "Ti stressi per niente. Rilassati e basta".
Uday presenta sua figlia a Rahul e li lascia per scaricare il whisky.
Notando il braccio nudo di Ayesha, Rahul commenta: "Hai un tatuaggio".
"Sì".
Successivamente vediamo Dubey salire su una struttura di pali di bambù, cercando di portare avanti una conversazione al telefono. "Parla veloce. Non riesco a prendere il segnale" – urla al telefono. Quindi – "Fammi scendere. Un minuto!" Mentre la macchina da presa fa una panoramica, vediamo quanto fosse precariamente appollaiato sulla struttura.
Inizia a scendere. "Sì, ci sarò. È corretto. Ok, ciao". Sorridendo, salta giù e atterra con un piccolo tonfo. Chiude di scatto il suo telefono.
He reflects for a moment. “Life’s such a comedy,” he observes. “No signal up there. But there’s one down here.” He laughs at the absurdities of life and at himself. He’s a good natured man, after all.
Riflette per un momento. "La vita è una tale commedia" – osserva – "Nessun segnale lassù. Ma ce n'è qui giù". Ride delle assurdità della vita e di se stesso. È un uomo di indole buona, dopo tutto.
Le tre giovani donne sono di sopra che si preparano per la serata. Ayesha commenta con Ria: "L’aspetto da vergine virtuosa mi si confà. Penso che a tuo cugino Rahul piacerebbe davvero".
Ria risponde: "Devi sapere questo: ho sentito tua madre dire a lui e a sua sorella che la tua taglia di reggiseno è una quarta”.*
Alice sta lavorando con discrezione nella stanza. Non fa veramente parte del gruppo, ma ride insieme con le altre.
Aditi chiede: "Perché dovrebbe farlo?"
* Equivalente a U.S. 36C (una taglia abbondante).
“Mi dispiace dirlo, ma è una seconda”.*
"Lo so!" – risponde Ria – "ma non possiamo dirgli che è una seconda. Voglio dire: seni come manghi acerbi". Fa un gesto con le mani per spiegarsi meglio.
* Equivalente a US 32A (una piccola taglia).
Le loro risate sono interrotte dal suono di un clacson. Alice guarda fuori dalla finestra. Vede Lalit che corre verso la macchina.
"Dubey, andiamo!" chiama.
Alice esclama entusiasta: "È lo sposo!"
A quel punto, il sorriso di Aditi svanisce. Un'espressione preoccupata, forse persino di paura, appare sul suo viso. "Oh, merda", borbotta.
FINE PARTE I
As you can see, this film is loaded with Indianità! Grazie mille to Ruchi Mhasane who worked with us as a cultural consultant as we wrote the cineracconto, sharing her insights and making sure everything we said was accurate! Ruchi is a children’s book illustrator from India. Please visit her blog filled with wonderful images!
Here is the link for Parte II of this cineracconto. Vertigo grammar exercises about the film are posted at the end of Parte VI, the final installment.
GLOSSARIO
abbondante (e/i) – ample
accigliato (accigliarsi) – frowning (past participle as adjective)
acerbi (o/a/i/e) – unripe
addolorata (addolorare) – pained (past participle as adjective)
affannosamente – breathlessly
afferra (afferrare) – she grabs
aggiunge (aggiungere) – he adds
aggredisce (aggredire) – he snaps (verbally)
allampanato (o/a/i/e) – gangly
ampia (io/ia/i/ie) – loose
sta andando (andare) a pezzi – it is falling apart
è stato apparecchiato (apparecchiare) – it has been set
sta appendendo (appendere) – he is stringing up
appollaiato (appollaiare) – perched (past participle)
argento – silver
l'armadio (io/i) – the closet
si arrende (arrendersi) – he gives up
sta arrivando (arrivare) – he is on his way
un asciugamano (o/i) – a towel
che aspetto abbiano (avere) – what they look like
aspra (o/a/i/e) – harsh
è atterrata (atterrare) – it landed
barboni (e/i) – bums
le battute (a/e) – the lines
la biancheria (ia/ie) intima (a/e) – the underwear
i bigodini (o/i) – the rollers, curlers
bistrattato (bistrattare) – put upon, mistreated (past participle as adjective)
la bomboletta (a/e) – the spray canister
borbottando (borbottare) – muttering
le borse (a/e) della spesa – the shopping bags
brontola (brontolare) – he grumbles
burbero (o/a/i/e) – grouchy
il camerino (o/i) – the dressing room
canticchia (canticchiare) – he hums
un cantiere (e/i) – a construction site
cattivo (o/a/i/e) – mean, nasty
del cazzo – fucking (adjective)
ceci (e/i) – chickpeas
centinaia – hundreds
il cercapersone (no change) – the pager
i cespugli (io/i) – the bushes
si china (chinarsi) – she stoops
lo chiude (chiudere) di scatto – he snaps it shut
la cima (a/e) – the ledge
un clacson (foreign word; no change) – a car horn
la colonia – the cologne
colto (cogliere) in flagrante – caught red-handed (past participle)
complice (e/i) – complicit, conspiratorial
compone (comporre) – he dials
comprensivo (o/a/i/e) – sympathetic
mi si confà (confarsi) – it suits me
contenuti (contenere) – restrained (past participle as adjective)
cosa combina? (combinare) – what’s he up to?
un crocifisso (o/i) – a crucifix
una cuffia (ia/ie) – a headset
la cuginetta (o/a/i/e) – the little cousin
non si cura (curarsi) – he is oblivious, doesn’t tend to
dannazione! – dammit!
una delizia (ia/ie) – a delight
un deodorante (e/i) per ambienti – air freshener
‘Dio non voglia!’ (volere) – ‘God forbid!’
si dirige (dirigersi) – he walks towards
disperdere – to disperse
il disprezzo – the scorn, contempt
disteso (distendere) – stretched out (past participle as adjective)
distoglie (distogliere) lo sguardo – she looks away
dopotutto – after all
una doppiatrice (tore/trice/tori/trici) – a voice actor, dubbist
fa (fare) una panoramica (ca/che) – it [the camera] pans (cinematic term: stationary camera rotates, normally across a horizontal area)
sta facendo (fare) marcia indietro – it is backing up
fatica (faticare) a – he struggles to
il fazzoletto (o/i) – the handkerchief
ferita (ferire) – wounded (past participle as adjective)
fidanzamento (o/i) – engagement
il finestrino – the window (of a vehicle)
fluttuare – to float
fragore (e/i) – a crash
i frammenti (o/i) (frammentare) – the shards, fragments
si freghino (fregarsi) – they swipe, steal
friggi! (friggere) – fry!
fuori campo – off-screen
il furgone (e/i) – the van
il gabinetto (o/i) – the toilet
un gemito (o/i) – a moan
le gentilezze (a/e) – the niceties, etiquette
getta (gettare) – she tosses, throws
le ghirlande (a/e) – the garlands
una goccia (ia/e) – a drop
grembo (o/i) – lap
le guance (cia/ce) – the cheeks
impassibile (e/i) – deadpan, impassive
un incantesimo (o/i) – a (magic) spell
incurante (e/i) – heedlessly, carelessly
di indole buona – good natured
se la infila (infilarsi) – she tucks it in
inginocchiandosi (inginocchiarsi) – kneeling
un ingorgo (go/ghi) – a traffic jam
intorno – around
irrompe (irrompere) – she bursts into
lassù – up there
la macchina (a/e) da presa – the movie camera
una maglietta (a/e) – a T shirt
a malapena – hardly, barely
maledetto (o/a/i/e) – damn
martelli (o/i) – hammers
masticando (masticare) – chewing
un matrimonio (io/i) combinato (combinare) – an arranged marriage (past participle as adjective)
mattoni (e/i) – bricks
i mercati (o/i) azionari (io/i) – the stock market
merda – shit
si mette (mettersi) al lavoro – he gets down to business
in modo spiccio – briskly
motivi (o/i) – patterns, designs
un mucchio (io/i) – a heap
mutevole (e/i) – fickle, uncertain
nonostante – notwithstanding
gli occhiali da sole – the sunglasses
occidentali (e/i) – Western
si occupi (occuparsi) di – he’ll take care of (congiuntivo)
‘da ogni dove’ – ‘from far and wide’
ordina (ordinare) – he orders
un orologio (io/i) da polso – a wristwatch
ortografia – spelling
pali (o/i) di bambù – bamboo poles
la pancia (cia/ce) – the belly
“per non parlare del fatto che” – “not to mention that”
piante (a/e) – plants, shrubbery
pile (a/e) – stacks
placato (placare) – mollified (past participle as adjective)
il polsino (o/i) – the shirt cuff
il polso (o/i) – the wrist
poltrisce (poltrire) – he lounges, loafs, idles
porge (porgere) – she hands [something to someone]
il prato (o/i) – the lawn
prendere – to pick up [a person from a place]
prende (prendere) in giro – he teases
a quanto pare – apparently
raggiungiamo (raggiungere) – we catch up
al rallentatore – in slow motion
reggiseno (o/i) – bra
i relatori (e/i) – the panelists, speakers
replica (replicare) – he responds, retorts
‘restate sintonizzati’ (restare) (sintonizzare) – ‘stay tuned’ (past participle as adjective)
restituisce (restituire) – he gives back
ridacchiano (ridacchiare) – they giggle
rientrando (rientrare) – going back inside
rimprovera (rimproverare) – he scolds
ci sarò (esserci) – I will be there
sbadiglia (sbadigliare) – he yawns
sbrigati! (sbrigarsi) – hurry!
scanzonato (o/a/i/e) – lighthearted
scaricare – to unload
la sceneggiatura (a/e) – the script
schiaffeggia (schiaffeggiare) – he smacks
la schiuma da barba – shaving soap
una sciarpa (a/e) annodata (annodare) – a scarf tied (past participle as adjective)
scontrosi (o/a/i/e) – grumpy
è sdraiato (sdraiare) – he’s lying
‘secondo te?’ – ‘what do you think?’ (rhetorically)
il segnale – the network, the signal
sempre – still
seni (o/i) – breasts
sfiora (sfiorare) – it brushes against
per sicurezza – for good measure
spalancati (spalancare) – open wide, spread out (past participle as adjective)
spalmarsi – spreading
sparando (sparare) – blasting
si sporge (sporgersi) – she leans out
lo sposo (o/i) – the groom
si spruzza (spruzzarsi) – he sprays himself
uno spuntino (o/i) – a snack
si stiracchia (stiracchiarsi) – he stretches
storie (ia/ie) d’amore – romances
strizza (strizzare) – she squeezes
stufa (stufare) (o/a/i/e) – fed up
successivamente – next
sussulta (sussultare) – he winces
svanisce (svanire) – it fades
la taglia (ia/ie) – the size
tamburellano (tamburellare) – they drum, tap, beat
il taschino (o/i) – the pocket
il tempio (io/i) – the temple
il tetto (o/i) – the roof
un tonfo (o/i) – a thud
tra sé – to himself
sta tramontando (tramontare) – (the sun) is setting
la troupe televisiva (foreign word; no change) – the TV crew
-umiltà – humility
unti (ungere) – greased (past participle as adjective)
si vanta (vantarsi) – she brags
un vassoio (oio/oi)– a tray
il vialetto (o/i) – the driveway