Regia: Mira Nair (2001)
Una colonna di macchine è arrivata e la famiglia esce per incontrare gli ospiti: i Rai – Hemant, lo sposo, con i suoi genitori – e altri parenti.
"Benvenuti! Benvenuti!" – grida Lalit – "Congratulazioni, signor Rai".
"Grazie, grazie", risponde il padre di Hemant, Mohan (Roshan Seth).
Lalit lo presenta al fratello di Pimmi, C.L., che è volato qui da Muscat, in Oman, e lo abbraccia. Fa cenno al nipote di dare una mano: "Rahul, idiota, vieni qui!"
L'aria è piena di voci di persone che si salutano. Le famiglie si scambiano doni: contenitori di cibo e fiori. Anche Varun ha le braccia piene! Il gilet scarlatto di Mohan, i sari vivaci delle donne, i fiori: lo schermo è una profusione di colori.
In qualche modo nella folla, Lalit ha preso da parte Hemant. "Ciao, ragazzo, come stai? Quindi, eccitato?" chiede. Poi, alzando la voce, annuncia: "Presto sarete in dolce attesa". Questo suscita qualche risata sommessa e qualche sopracciglio alzato tra le persone presenti.
"Allora, ti piace l'India?" continua Lalit.
"Sì", risponde l’altro, timidamente.
"Meglio di Houston?" La risposta è impercettibile, ma Lalit commenta: "Bene, bene, bene. L'India ha bisogno di giovani come te. Gli ingegneri informatici sono i più esportati dall'India". Come Lalit sa, la coppia vivrà negli Stati Uniti.
All'interno, Lalit offre da bere al padre dello sposo. Mohan chiede "Scotch con cubettini".*
Un po' perplesso, Lalit chiede: "Cubettini significa ghiaccio?"
"Due grumi* esattamente". Mohan indica la quantità con le dita.
Sua moglie chiama dall'altra parte della stanza: "Prenderò lo stesso, grazie".
Lalit dice a Rahul di preparare i whisky: "Due cubetti di ghiaccio, esattamente".
*Nota: “Cubettini” e “grumi” sono modi stravaganti di dire "on the rocks" e “cubes” in italiano. Si accordano con il modo stravagante in cui Mohan lo dice in inglese. I termini corretti sono "con ghiaccio" e “cubetti”.
E ora vediamo che le ragazze sono entrate nella stanza. Sono tutte belle nei loro abiti tradizionali. Il padre di Hemant spalanca le braccia verso Aditi, dicendo: "Oh, mio Dio, guardati".
Hemant le osserva dall'altra parte della stanza. "Oh, quanto sei bella. Vivi una lunga vita",* conclude Mohan, baciando la fronte di Aditi e poi indietreggiando.
*"Jeete raho beta" – letteralmente "Continua a vivere, bambina" – è un modo standard per benedire una persona più giovane.
Rahul fa il barista, assistito da C.L. e Varun. Chiedendo un drink, Ayesha fa di nuovo la sua conoscenza.
Il dovere di Aditi ora è quello di presentarsi ai suoi futuri suoceri. Prima, si inginocchia davanti alla nonna di Hemant, Saroj, che le dà un braccialetto e commenta che Aditi è una ragazza così adorabile: "Così di carnagione chiara". Spiega anche ad Aditi perché Dio abbia fatto sì che questo matrimonio accadesse così in fretta: affinché lei possa vedere un pronipote prima di morire. Guardiamo questo scambio attraverso un primo piano soffocante, che riflette esattamente come Aditi deve sentirsi.
La ragazza gira la testa per vedere sua cugina Ria che le sorride, forse in segno di incoraggiamento, ma anche come per dire "Te l'avevo detto". Aditi certamente non era pronta per questo matrimonio.
Nonostante i rimproveri di suo zio, Rahul sta bevendo.
Lalit prende la videocamera e Pimmi dice ad Aditi di salutare Hemant. Sposa e sposo si salutano con esitazione, mentre la piccola Aliyah guarda.
Shashi interviene dicendo: "Basta! Date loro un po' di privacy". Così sono fatti sedere su un divano nel centro della stanza, circondati da ospiti che chiacchierano.
La nonna che abbiamo incontrato in precedenza ha spostato la sua attenzione su Ria. "Non hai voglia di sposarti?" chiede. Il sorriso luminoso di Ria svanisce. Il suo umore si incupisce, ma solo per un istante. Ha vissuto con il suo dolore per molto tempo e sa fingere.
In una bella composizione di forme sinuose e colori scintillanti, molte mani femminili sistemano i gioielli di Aditi. Rahul e Ayesha stanno parlando a bassa voce al bar, finché Lalit non lo convoca: "Rahul, idiota, vieni qui. Tieni la macchina".
In posa per un ritratto di gruppo, Aditi ed Hemant siedono insieme sul divano, circondati dalle loro famiglie. Lui sembra essersi rilassato un po'. Ma l’espressione di lei è difficile da leggere: terrore, incredulità, panico represso?
"Metti l'anello! Metti l'anello!" istruisce Lalit, un micro-manager inveterato. Hemant mette un anello al dito di Aditi, mentre tutti applaudono. Poi tocca a lei: tutti applaudono mentre anche lei gli mette l'anello.
Hemant sorride, ma Aditi sembra triste. È come se volesse essere da qualche altra parte, con qualcun altro.
Vengono loro offerti dei pasticcini su un piatto e viene loro detto: "Addolcite le vostre bocche, miei cari". Lalit li fotografa mentre si mettono, uno nella bocca dell’altra, un piccolo pasticcino per "addolcire le loro vite".
Con l'improvviso arrivo di Tej, che è sposato con la sorella di Lalit, le chiacchiere rumorose della stanza diventano ancora più forti. Notiamo che Ria sembra colpita.
Con un caloroso abbraccio, Lalit dice: "Appena in tempo! Mio caro cognato!" Indicando con orgoglio Varun, aggiunge: "Guardalo. È quasi un giovane uomo". Ma sembra che Tej stia guardando verso l'altra parte della stanza.
"Come ci sei riuscito?" – chiede Lalit – "Ho mandato Rahul a prendervi all'aeroporto. Mi ha detto che il volo era in ritardo".
"No, non era in ritardo. Nessuno era lì all'aeroporto e quindi abbiamo preso un taxi e siamo venuti".
"Avete dovuto prendere un taxi?!" Lalit è indignato per il fatto che suo cognato abbia avuto un così scarso benvenuto all'aeroporto.*
"Non c’è problema", lo rassicura Tej.
* Viaggiatori che arrivano dopo un lungo viaggio e che non trovano nessuno ad aspettarli: una scena simile apre “Rocco e i suoi fratelli”, un altro film che affronta le sfide di una famiglia in diaspora. In quel caso, Rosaria, la madre della famiglia, non riesce a credere che suo figlio Vincenzo non sia alla stazione ferroviaria di Milano per dare il benvenuto a lei e ai suoi fratelli, che sono appena arrivati dal sud. Per caso, quei viaggiatori si ritrovano presto a una festa di fidanzamento. Ma nella festa di Milano scoppiano dei conflitti, mentre a Delhi un oscuro segreto cova sotto la superficie.
Ma Lalit si rivolge a suo nipote. "Mamma mia, Rahul, idiota. Ti ho mandato all'aeroporto e tu mi hai detto che il loro volo era in ritardo? Che razza di idiota".
Rahul sembra sconvolto. Sua madre, Shashi, rimprovera Lalit: "Ha lavorato giorno e notte. Lui non conosce l'India".
Ma Lalit non è d'accordo. "Incapace numero uno".
Profondamente offesa, Shashi mormora in Punjabi: "Chiama mio figlio idiota, poi lo chiama incapace. Chi si crede di essere?"
Inosservata, Alice lotta con le enormi valigie degli ospiti.
Ria siede da sola, con uno sguardo afflitto e inquieto. Declina l'offerta di dolcetti da un vassoio con un leggero movimento della testa.
Lalit spiega a Mohan: "Questo è Tej Puri. Sposato con mia sorella, Vijaya. Dopo che mio fratello maggiore, Surinder, è morto, Tej è diventato il capofamiglia. Si è davvero preso cura di noi".
Finora, tutti in questa festa hanno parlato inglese, ma Tej saluta la nonna in hindi, dicendo “Namaste”.*
* In India, è consuetudine salutare gli altri con il gesto indù del namaste: un piccolo inchino, con le mani giunte all’altezza del cuore, come in preghiera. Letteralmente significa "mi inchino al divino in te". Ma al giorno d'oggi è solo un comune saluto rispettoso.
Poi qualcuno attira la sua attenzione. “Ria! Sei tu?"
Vediamo il volto riluttante di lei in parte oscurato da Alice, che sta servendo cibo agli ospiti. Una presenza invisibile, Alice sta facendo funzionare questa festa.
"Vieni qui, vieni qui, vieni qui", ripete Tej. Alla fine, Ria si alza e si avvicina a lui, guardando in basso, senza incontrare il suo sguardo.
Lui le bacia la fronte e si allontana per guardarla. Dice: "Dio ti benedica. Stai davvero bene".
Con la mano le solleva il mento in modo che lei debba guardarlo. Sembra arrabbiata, i suoi occhi pieni di lacrime. Lui le dà una pacca sulla testa.
All'esterno, l'organizzatore di eventi P.K. Dubey e il suo gruppo stanno mangiando e ridendo. Dubey sta raccontando di un cliente che, anche se al verde, ha insistito su un tema “Casa Bianca” per il matrimonio di sua figlia.
Mentre gli uomini ridono raucamente, Alice si avvicina esitante da dietro. Chiama Dubey, che risponde sgarbatamente, senza nemmeno voltarsi a guardarla.
"Abbiamo bisogno di altro ghiaccio", gli dice in hindi.
"Cosa?"
"Ghiaccio!" esclama in inglese.
Dubey dice con impazienza ai suoi uomini in hindi: "Gliel'ho detto una volta, gliel’ho detto mille volte, avranno bisogno di ghiaccio. Non ascoltano mai". Poi continua a mangiare, lasciando Alice in piedi lì.
"E adesso che c’è?" le chiede bruscamente, senza nemmeno degnarsi di darle un'occhiata.
"Ha bisogno di acqua?"
“Eh?”
"Acqua?" ripete lei indicando la grande bottiglia vuota a terra accanto a lui.
Sembra sorpreso. Allunga il braccio, raccoglie la bottiglia e la guarda accigliato. Si gira e guarda Alice per la prima volta. "Eccola", dice, porgendole la bottiglia con uno sguardo perplesso.
Sta per andare via ma gli fa un'ultima domanda: "Acqua del frigo o acqua del rubinetto?"
Quando lui si gira verso di lei sembra quasi sbalordito o commosso.* "Acqua del frigorifero", dice sommessamente.
* In India, ai lavoratori non viene chiesta la loro preferenza. L'acqua del frigorifero – un sollievo in quel clima caldo – è per gli ospiti e la normale acqua di rubinetto per i lavoratori.
Lei oscilla la testa, mostrando di avere compreso il suo desiderio.*
"Grazie", aggiunge lui in inglese come segno di cortesia. Qualcosa lo ha toccato. Alice.
*Gli indiani usano normalmente questo gesto come segno di intesa o di accordo.
Quando Dubey si rivolge di nuovo al suo piccolo gruppo, è calmo e pensieroso, per una volta.
Qualcuno inizia improvvisamente a cantare una canzone d'amore:
"Gli occhi si incontrano, lasciando cadere un indizio,
Seduto pigramente, trovo un'ancora per la vita"
Gli altri si uniscono, prendendolo in giro.
Dubey ordina: "Zitti, stronzi!" e tutti ridono.
Tornando alla festa, Alice è di nuovo invisibile. L’inquadratura di lei è così veloce che ci chiediamo persino se l'abbiamo vista.
La famiglia dello sposo è andata via, ma Lalit e i suoi parenti sono ancora riuniti attorno a un tavolo. Lui offre un sigaro a Tej, che rifiuta.
"L'America fa smettere tutti di fumare", lamenta Lalit.
Rahul, seduto accanto ad Ayesha, le tocca leggermente la mano. Più di un amore sta sbocciando in questa storia!
Quando qualcuno dice: "I Rai sono così colti", Lalit protesta, ricordando i ‘cubettini’ di Mohan. Lui dice: "Parli un po' di inglese e diventi una famiglia molto colta". Aggiunge sdegnosamente: "Mohan Rao", storpiando il cognome dei suoi futuri suoceri.
Cambiando argomento, Lalit dice a Tej: "Volevo parlarti dei piani di Ria" e la convoca: "Ria, vieni qui per favore". Continua: "Ria vuole studiare in America. Speravamo che potessi darci qualche consiglio". Ria sembra abbattuta.
Una delle zie chiede: "Cosa vuoi fare, Ria?"
"Sto facendo domanda per i programmi di scrittura creativa".
"Vuole diventare una scrittrice", conferma Lalit con orgoglio.
"Molto bene", risponde Tej, oscilando la testa.
La nonna chiede a Ria: "Da dove pensi che verrà il denaro?"
"Il mio stipendio da insegnante?" suggerisce lei.
"Falle capire – dice la nonna a Lalit – Perché non può essere come Aditi e fare la cosa giusta al momento giusto?"
Replica Lalit: "Ci sono molti soldi nella scrittura di questi tempi".
Uday interviene: "Quella ragazza che ha vinto il Booker Prize è diventata una milionaria da un giorno all’altro. Solo un libro!"*
Con la mano di Ria appoggiata leggermente sulla sua spalla, Lalit dice: "Chi lo sa, potrebbe succedere".
* Si riferisce a Arundhati Roy, l'autrice indiana che ha vinto il premio Man Booker per la narrativa nel 1997 per il suo romanzo “Il Dio delle piccole cose”.
"Ria, devi andare negli Stati Uniti" – aggiunge Shashi – "Sai, anche Umang è lì". Umang è suo figlio.
Ci sono grida di gioia attraverso la stanza.
Tej dice: "Devi darci il suo numero di telefono".
Sashi esclama: "Viene qui stasera!" E aggiunge: "Noi speriamo che Ria e Umang si piacciano".
"Due matrimoni in uno!" scherza Uday.
Poi Uday inizia a cantare e le persone attorno al tavolo si coprono le orecchie o ridono in silenzio.
Suo fratello Lalit inizia una canzone diversa e presto tutti cantano e battono le mani, inclusa Ria. All'inizio, Uday sembra un po' ferito, ma poi si unisce anche lui.
Con tutti distratti, Aditi esce di soppiatto dalla stanza e prende il telefono, che si trova proprio accanto al cesto di noci che Hemant ha portato in dono. Il cesto splende di oro e rosso nella parte inferiore dell’inquadratura.
Mentre si allontana per fare la chiamata in privato, suo padre la raggiunge. Le mette una sciarpa sulla testa e la tiene prigioniera per un momento.
*Una dupatta è una grande sciarpa multiuso.
Ma lei fugge e lascia la stanza, passando accanto ai cugini che stanno celebrando il suo fidanzamento con una canzone.
Quando scopre che il suo fratellino sta guardando la TV proprio nella stanza che lei ha scelto, gli dice severamente "Varun: fuori".
"Qual è il problema?"
Lei lo afferra per la camicia e lo solleva dal divano, chiedendo: "Non posso avere un po’ di maledetta privacy in casa mia?"
Mentre lei lo spinge via, lui protesta: "È anche casa mia, sai".
Varun lascia la stanza e lei chiude la porta dietro di lui. Fuori, la festa è in pieno svolgimento e nessuno si preoccupa dell'assenza di Aditi.
Varun si unisce alla festa imbronciato. Da fuori campo, suo padre chiede: "Varun, cosa ti è successo?" Ria gli lancia uno sguardo interrogativo.
Quando Aditi compone il numero, è la moglie di Vikram a rispondere: "Parla la signora Mehta, chi è?" Aditi riattacca.
Chiedendo silenzio nella stanza, Tej fa un annuncio: "Sto pensando che, se Ria vuole studiare in America, finanzierò io tutta la sua istruzione".
Lalit protesta: "No, no, no".
Ria sembra inorridita.
Ma Tej insiste: "Niente discussioni. Questa è la mia famiglia. Non ascolterò te o la madre di Ria. Se lei vuole scrivere, dobbiamo incoraggiarla”.
Lalit cerca di spiegare che questo non era affatto nei suoi piani. Passando all’hindi, dice: "Posso ancora lavorare".
Tej grida: "La decisione è irrevocabile!" Poi, più tranquillamente, aggiunge: "Ne parleremo più tardi, va bene?"
Cambiando argomento, Tej dice: "Ora ci dici cosa deve essere fatto per il matrimonio".
Sua moglie aggiunge: "Ora non dovete preoccuparvi di nulla. Siamo qui. Ci prenderemo cura di tutto".
Sopraffatto dall'emozione, Lalit abbraccia suo cognato. "Oh mio Dio, non so cosa dire".
Ria sembra sbalordita. I suoi occhi si riempiono di lacrime.
Lalit continua: "A me basta questo, esseretutti qui insieme. È meraviglioso, vero, Pimmi? Dopo tanti anni... penso che sia la prima volta da quando Surinder è scomparso che tutta la nostra famiglia è qui insieme".
Notando che Ria sta piangendo, Lalit cerca di consolarla, facendo una supposizione errata. "Non piangere. So che ti manca. Manca a tutti tuo padre. Ma lui è qui con noi. La mano di tuo papà sarà sempre su questa famiglia. Sempre".
All'improvviso le luci si spengono. "Questo è il grande problema dell'India", commenta Lalit. Pimmi accende una candela e Lalit urla per chiamare Dubey, che ha la responsabilità di porre rimedio a tutto ciò che va storto. Un telefono squilla.
Nell'oscurità, Pimmi chiede ad Alice di rispondere al telefono, ma Ria dice che lo farà lei.
Lalit dice a Rahul di accendere il generatore.
Lui protesta, "Non so nemmeno dove sia".
"È dietro casa, idiota".
"Vieni, te lo faccio vedere", dice Ayesha.
È Umang che sta chiamando. Uday prende il telefono da Ria e chiede: "Quando arrivi?" A sua volta, Shashi prende il telefono, ma la linea muore.
Dubey sta frugando nel buio. Accende un fiammifero e si guarda intorno, confuso. Quando il fiammifero gli brucia tra le dita, sussulta per il dolore e impreca.
Alice appare dietro di lui, portando una candela accesa. Intento ad accendere un altro fiammifero, lui non la nota. Alla fine Alice si schiarisce la gola per attirare la sua attenzione.
L’espressione di lui cambia immediatamente. Con un grande sorriso annuncia: "Tutti i fusibili sono saltati".
"Pardon?"
"Qual è il fusibile della casa?" chiede lui.
Lei glielo mostra.
"Lo aggiusterò subito" – dice – "La luce, un po' più vicina, per favore". Armeggiando con la scatola dei fusibili, le chiede di spostare prima la luce in questa direzione, poi in quella. Alla fine dice: "La tua ombra è d’intralcio". Poi: "Un po' più vicino".
Ora raggiungiamo Rahul e Ayesha che stanno sudando come matti mentre girano la manovella per mettere in moto il generatore diesel e ripristinare la corrente in casa. Lei non indossa più il suo sari. Indossa una canottiera; lui una maglietta.
Ritorniamo da Dubey e Alice alla scatola dei fusibili. Le luci si accendono all'improvviso. Alice se ne accorge. Ma Dubey continua a lavorare accanitamente.
Cerca di iniziare una conversazione con lei. "Fa caldo oggi".
Lei gli comunica la notizia: "Accendilo. La corrente è tornata".
Lui la guarda, mortificato.
Lei gli rivolge un dolce sorriso, spegne la candela e se ne va.
Al rallentatore – che sembra essere il motivo di questo amore che sta sbocciando – lui si dirige verso la porta, seguendo la scia di lei. "Che sciocco stronzo che sono", borbotta tra sé, nell'oscurità.
Alice cammina fuori, nel buio, canticchiando sommessamente tra sé. Prende i petali da una calendula, dapprima uno per uno e poi in grandi mazzi, fino a quando non arriva al cuore, che si mette pensosamente in bocca. In lontananza, un tuono rimbomba. Lo schermo si oscura.
FINE PARTE II
Here is the link for Parte III of this cineracconto.
GLOSSARIO
abbattuta (abbattere) – downcast (past participle as adjective)
accanitamente – furiously, doggedly
accendere – to start, turn on
accigliato (accigliarsi) – frowning (past participle as adjective)
se ne accorge (accorgersi) – she realizes it
addolcite! (addolcire) – sweeten!
afferra (afferrare) – she grabs
afflitto (affliggere) – pained (past participle as adjective)
allunga (allungare) – he reaches, extends
l’altezza – the height
altro (o/a/i/e) – more
un'ancora (a/e) – an anchor
appoggiata (appoggiare) – resting (against something) (past participle as adjective)
armeggiando (armeggiare) – fiddling [with something]
battono (battere) le mani – clapping
brucia (bruciare) – it burns
cambiando (cambiare) argomento – changing the subject
una canottiera (a/e) – a tank top
per caso – coincidentally
il cesto (o/i) – the basket
circondati (circondare) – surrounded (past participle as adjective)
cognato (o/a/i/e) – brother-in-law
colpita (colpire) – stricken (past participle as adjective)
colta (o/a/i/e) – cultured
commosso (commuovere) – touched, moved (past participle as adjective)
compone (comporre) il numero – she dials [the phone]
compreso (comprendere) – acknowledged, understood (past participle)
comunica (comunicare) la notizia (ia/ie) – she breaks the news
consuetudine (e/i) – customary
la corrente – the (electrical) power
cova (covare) – it festers, smolders
chi si crede (credere) di essere? – who does he think he is?
dapprima – at first
debba (dovere) – she has to (congiuntivo)
degnarsi – to deem, bother, condescend
discussioni (e/i) – arguments
‘in dolce attesa’ –’ in the family way’
esce (uscire) di soppiatto – she slips out
ferito (ferire) – hurt, wounded (past participle as adjective)
un fiammifero (o/i) – a match
finanzierò (finanziare) – I will fund
fingere – to fake it, pretend
finora – so far
il frigo (no change) – the fridge
la fronte (e/i) – the forehead
fugge (fuggire) – she escapes
ghiaccio – ice
il gilet (foreign word; no change) – the vest
i gioielli (o/i) – the jewelry
‘da un giorno all’altro’ – overnight, from one day to the next
girano (girare) – they crank
giunte (giungere) – joined together (past participle as adjective)
la gola (a/e) – the throat
grumi (o/i) – lump
imbronciato (imbronciare) – sulking (past participle as adjective)
impreca (imprecare) – he curses
un inchino (o/i) – a bow
si incupisce (incupirsi) – it darkens
indietreggiando (indietreggiare) – he moves back, steps back
un indizio (io/i) – a hint
gli ingegneri (ere/eri) informatici (co/ci) – computer engineers
si inginocchia (inginocchiarsi) – she kneels
l’inquadratura (a/e) – the (cinematic) shot
interviene (intervenire) – he chimes in, adds
intesa (a/e) – comprehension
d’intralcio – in the way
inveterato (o/a/i/e) – inveterate
irrevocabile (e/i) – final, definitive
istruisce (istruire) – he instructs
la manovella (a/e) – the handle
come matti (o/a/i/e) – like crazy
mazzi (o/i) – bunches
il mento (o/i) – the chin
il motivo (o/i) – the motif
muore (morire) – it dies
la narrativa – fiction
noci (e/i) – the nuts
l’ombra (a/e) – the shadow
orgoglio – pride
oscilla (oscillare) – she wobbles
una pacca (cca/cche) – a pat
persino – even
in pieno svolgimento – in full swing
porgendole (porgere) – handing [something] to her
porre rimedio – to fix
in precedenza – earlier
si è preso (prendersi) cura – he looked after, took care of
ha preso (prendere) da parte – he has gotten [someone] alone
un pronipote (e/i) – a great-grandson
raccoglie (raccogliere) – he picks up
raggiungiamo (raggiungere) – we catch up
rassicura (rassicurare) – he assures
raucamente – raucously
replica (replicare) – he answers, counters
riattacca (riattaccare) – she hangs up
riluttante (e/i) – unwilling, unenthusiastic
rimbomba (rimbombare) – it rumbles
i rimproveri (o/i) – the admonitions
ripristinare – to restore
un ritratto (o/i) – a portrait
si rivolge (rivolgersi) – he turns
il romanzo (o/i) – the novel
il rubinetto (o/i) – the faucet, tap
saltati (saltare) – blown (past participle as adjective)
sbalordito (sbalordire) – awed, stunned (past participle as adjective)
sbocciando (sbocciare) – blossoming, unfolding
scarlatto (o/a/i/e) – scarlet
scarso (o/a/i/e) – inadequate
si schiarisce (schiarirsi) la gola – she clears her throat
la scia (ia/ie) – the wake
scintillanti (e/i) – shimmering
sciocco (cco/cca/cchi/cche) – stupid
è scomparso (scomparire) – Literally, this means ‘he disappeared,’ but in the context of the story: he died, passed away
scoppiano (scoppiare) – they erupt, explode
sdegnosamente – disdainfully
le sfide (a/e) – the challenges
sgarbatamente – rudely
sistemano (sistemare) – they arrange
solleva (sollevare) – he raises
sommessa (o/a/i/e) – quiet
sopracciglio (io/i oppure io/ia) – eyebrow
sopraffatto (sopraffare) – overcome (past participle as adjective)
spalanca (spalancare) – he opens wide
squilla (squillare) – it (a phone) rings
sta frugando (frugare) – he is fumbling around
stanno sudando (sudare) – they are sweating
la stazione (e/i) ferroviaria (ia/ie) – the railroad station
lo stipendio (io/i) – the salary
sto facendo (fare) domanda – I’m applying
storpiando (storpiare) – mispronouncing
storto (storcere) – crooked, bent, twisted (past participle as adjective)
stravaganti (e/i) – bizarre
stronzi (o/a/i/e) – assholes
i suoceri (o/a/i/e) – the in-laws
la superficie (ie/i) – the surface
una supposizione (e/i) – an assumption
suscita (suscitare) – it causes, raises
sussulta (sussultare) – he winces
svanisce (svanire) – it fades, disappears
tocca (toccare) a lei – it’s her turn
un tuono (o/i) – thunder
si unisce (unirsi) – he joins in
al verde – broke (he has no money)
verrà (venire) – it will come
a sua volta – in turn
per una volta – for once
zitti! (zittire) – shut up!