Regia: Jean Renoir, 1945
Sceneggiatura: Hugo Butler, William Faulkner, Nunnally Johnson
Storia: George Sessions Perry
Fotografia: Lucien N. Andriot
Vediamo un calendario da parete: è settembre. La macchina da presa zooma sull'illustrazione, intitolata "Autunno": due tacchini selvatici e i loro piccoli su un letto di foglie in una radura del bosco. Sentiamo una musica, dapprima entusiasmante, poi sentimentale.
La voce di un uomo dice: "Questo è un piccolo album di foto ricordo del mio migliore amico, Sam Tucker, e dei suoi parenti. Credetemi, non ce ne sono meglio di loro. Questa è Nona, la moglie di Sam". Mentre parla, vediamo l'album.
"Ed ecco la madre di Sam, una vedova. Ma’ non è così giovane, ma il suo cuore è ancora pieno di fuoco. Harmie non è un Tucker, solo un buon amico. Questi sono i più giovani del clan Tucker. I figli di Sam: Daisy e Jotty. Ed ecco la nonnina di Sam. A lei non piaceva farsi fotografare. Questo sono io. Io sono un uomo di città. Torno a casa solo per fiere e matrimoni e cose del genere. Ecco perché mi piacciono tanto queste foto. Guardarle mi fa sentire vicino ai miei amici".
Ora comincia la nostra storia. La macchina da presa fa una panoramica su un campo di cotone, dove uomini e donne lavorano sodo.
Si ferma su un anziano (Paul E. Burns), inginocchiato a raccogliere il cotone. Improvvisamente si alza e barcolla, facendo cadere il cappello.
"Sam! Sam!" dice, stordito.
Nelle vicinanze, Sam (Zachary Scott) si toglie una lunga borsa dalla spalla e si precipita lì.
"Che succede, zio Pete?"
"Fa un caldo terribile!" Pete crolla tra le braccia di Sam.
Al richiamo di Sam, Nona (Betty Field) mette giù la borsa e corre lì.
Si siede e tiene lo zio Pete in grembo. Sam corre a prendere un sacco di cotone che mette sotto la testa di Pete.
"Il mio cappello..." mormora. Sam si avvicina e mette il cappello in testa all’anziano.
"Tu stai disteso qui, zio Pete", dice, prendendo una bottiglia di vetro. "Ecco un po' d'acqua”.
"È il mio solito dannato cuore”.
"Stai solo sdraiato qui, zio Pete. Finirò la tua fila al posto tuo", gli assicura Sam.
"Te ne sono molto grato, Sam”.
"Ora devo riprendermi il cotone, tesoro”.
"Mi prenderò io cura dello zio Pete", dice Nona, prendendo una bandana dalla sua tasca. La bagna e tampona la faccia di Pete per rinfrescarlo.
Un camion con alte doghe di legno si trova sul bordo del campo. Due uomini stanno in piedi in cima, svuotando dei sacchi nel camion, che è già pieno di cotone bianco e soffice. La macchina da presa fa una panoramica verso la stazione di pesatura, dove alcuni lavoratori parlano in spagnolo. Un uomo in pantaloni e camicia bianchi pesa il cotone mentre gli operai glielo portano. Tutti indossano un cappello a tesa larga sotto il sole feroce.
Sam si avvicina. "Lo zio Pete sta male" – dice – "Finirò la sua fila". Se ne va.
Una donna con un cappello di pagliasolleva il suo pesante sacco di cotone sulla bilancia. L'uomo lo pesa e torna alla sua calcolatrice.
Un gruppo siede all'ombra di alcuni camion, riposandosi e chiacchierando. Vediamo Sam unirsi a loro. Un uomo con un leggero accento messicano gli chiede: "Dove andrai dopo la fine del raccolto?”
"Ho pensato che potrei restare qui, e trovarmi un lavoro con il bulldozer. Tu dove andrai?"
"Credo che l'anno prossimo andrò a nord”.
Ancora una volta, la macchina da presa attraversa il campo di cotone, mentre voci addolorate cantano, riportandoci dallo zio Pete.
Raggiungendo Nona, Sam chiede: "Come sta, tesoro?"
Lei scuote la testa. "Non sta molto bene".
In primo piano, vediamo la faccia rugosa e gli occhi stanchi di Pete. Il sudore gli brilla sul collo. Ha il braccio sopra un cane ansimante. "Lavora per te stesso" – dice Pete a Sam – "Coltiva il tuo raccolto".
"Vuoi ancora un po' d'acqua, zio Pete?" chiede Sam. Circondato dalle piante di cotone, sembra radicato nella terra.
"Coltiva il tuo raccolto", insiste lo zio Pete. Poi tace. Sam e Nona si scambiano sguardi preoccupati.
Gli occhi dello zio Pete sono chiusi. Il cane posa il muso sulla mano immobile di Pete, guardando in alto, verso il morto.
Nell’inquadratura successiva, il cagnolino è seduto in un campo di terra. Con un abito scuro, Sam pianta nel terreno una rozza croce di legno, martellandola con una roccia. Il nome Peter Tucker è inciso nel legno. Questo è un cimitero per i poveri, ricoperto di erbacce.
"Vorrei che potessimo prendergli una lapide", dice tristemente Nona, tenendo in mano un mazzo di fiori.
"Quello è per la gente che ha i soldi", risponde Sam, gettando da parte la pietra.
Nona posa il mazzo sulla tomba dello zio Pete, dove il cane piagnucola miseramente.
"Vieni qui, Zoomy". Sam prende in braccio il cane.
La loro figlia Daisy mette altri fiori sulla tomba, e la nonnina (Beulah Bondi) le prende la mano, portandola via.
Il piccolo gruppo in lutto lascia il cimitero, con le teste chinate. Una dissolvenza ci porta ai Tucker che tornano a casa a piedi.
Jotty si lamenta che gli fanno male i piedi, così si fermano un attimo, in modo che Sam possa togliergli le scarpe. Chiede a Nona: “Conosci quel posticino di San Pedro giù vicino al fiume?”
"Ne ho sentito parlare. Non l'ho mai visto".
"Beh, anche quello appartiene al capo. Il vecchio Ike allo spaccio mi diceva che era da affittare. Sono tre anni che è inutilizzato. Dovrebbe essere ricco come il fango. Ai vecchi tempi, il vecchio Corinto ci coltivava i migliori raccolti del paese".
Nona commenta: "Se è stato abbandonato tutto quel tempo, ci vorrà un anno intero per ripulirlo".
"Sì", ammette Sam.
Sam tiene in braccio il cane, con le scarpe di Jotty appese alla spalla. "Credo che potrei chiedere al vecchio Neward i suoi muli" – dice – "Non li usa quasi mai, comunque. Per quanto riguarda i semi e il fertilizzante, scommetto che potrei fare un accordo con Harmie. E per quanto riguarda l'aratro, c'è quello vecchio di papà che giace nel giardino di ma’ da quando è morto. Non è stato usato per niente se non come posatoio per i polli". Si toglie il cappello e se lo rimette in testa. "Lo chiederò al capo", decide.
"Chiedere non fa male", concorda Nona.
"No, dopotutto il capo è un brav’uomo. Siamo sempre stati amici".
È ora di andare avanti. Nona entra in strada e chiama: “Jotty, Sorellina, Nonnina... andiamo!”
Mentre la famiglia continua verso casa, guidata da Jotty a piedi nudi, Sam avanza con un gran sorriso, con le ultime parole dello zio Pete in testa: "Coltiva il tuo raccolto".
FINE PARTE I
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GLOSSARIO
addolorate (addolorare) – mournful, grieving (past participle as adjective)
ansimante (ansimare) – panting (present participle)
appartiene (appartenere) – it belongs
appese (appendere) - hanging over (past participle as adjective)
l'aratro (o/i) – the plow
bagna (bagnare) – she wets [something]
barcolla (barcollare) – he staggers
la bilancia (cia/ce) – the scale
il bosco (co/chi) – the forest
la calcolatrice (e/i) – the adding machine
chinate (chinare) – bowed (past participle as adjective)
coltivava (coltivare) – he raised, grew (crops)
crolla (crollare) – he collapses
una dissolvenza (a/e) – a dissolve (cinematic term: the end of one scene or shot blends into the beginning of another one)
doghe (ga/ghe) – slats
erbacce (ccia/cce) – weeds
fa (fare) una panoramica (ca/che) – it (the camera) pans (cinematic term: stationary camera rotates, normally across a horizontal area)
facendo (fare) cadere – making [something] fall
il fango (go/ghi) – the mud
fanno (fare) male – they hurt
fiere (a/e) – fairs
foglie (ia/ie) – leaves
giace (giacere) – it’s lying idle
grembo (o/i) – lap
l’inquadratura (a/e) – the (photographic) shot
una lapide (e/i) – a tombstone
lutto (o/i) – mourning
la macchina (a/e) da presa – the movie camera
martellandola (martellare) – hammering it
un mazzo (o/i) – a bouquet
i muli (o/i) - the mules
il muso (o/i) – the muzzle (of an animal)
paglia (ia/ie) – straw
pesa (pesare) – he weighs
pesatura (a/e) – weighing
posatoio (oio/oi) - roost
raccogliere – to pick, gather
radicato (radicare) – rooted (past participle as adjective)
una radura (a/e) – a clearing
rinfrescarlo (rinfrescare) – to cool him off
riportandoci (riportare) – returning us, bringing us back
ripulirlo (ripulire) – to clear it out
rozza (o/a/i/e) – rough
rugosa (o/a/i/e) – wrinkled
selvatici (co/ca/ci/che) – wild
scommetto (scommettere) – I bet
i semi (e/i) – the seeds
sodo – hard, deeply
soffice (e/i) – soft, fluffy
solito (o/a/i/e) – same old
solleva (sollevare) – she lifts, hoists
lo spaccio (io/i) – the commissary
stordito (stordire) – in a daze (past participle as adjective)
svuotando – emptying
tacchini (o/i) – turkeys
tace (tacere) – he becomes silent
tampona (tamponare) – she dabs
tesa (a/e) - brim (of hat)
una vedova (o/a/i/e) – a widow (or widower)
vetro (o/i) – glass