Stromboli, terra di Dio, Parte 2

Regia / Director: Roberto Rossellini, 1950

A un piccolo tavolo, quattro uomini in giacca e cravatta stanno parlando in spagnolo. 

“È la più grande bugiarda di tutti. Le informazioni che lei ci ha fornito sono fantasiose”.*

“Lei parla italiano” – dice un altro – “È nata in Lituania”.

“Bene” – dice il Console, in giacca e cravatta nere – “Fatela entrare”.

È l'udienza di Karin per il visto per l'Argentina. 

*Anche se questi funzionari governativi considerano la storia di Karin poco plausibile, potrebbe essere vera. Come sappiamo da altri rifugiati, la sopravvivenza in tempo di guerra spesso dipende dal fare tutto ciò che è necessario e dal cogliere ogni opportunità che si presenta.

At a small table, four men in business suits are talking in Spanish. 

“She’s the biggest liar of all. The information she provided us is implausible.”*

“She speaks Italian,” says another. “She was born in Lithuania.”

“Fine,” says the Consul, in black suit and tie. “Let her come in.”

It’s Karin’s hearing for the visa to Argentina. 

*Although these government officials consider Karin’s story implausible, it may well be true. As we know from other refugees, survival in wartime often depends on doing whatever is necessary and seizing any opportunity that arises.

 

Quando la porta viene aperta, Karin entra dicendo “Buongiorno” in italiano. Indossa un maglione e dei pantaloni.

Il Console ricambia il saluto in spagnolo.

When the door is opened, Karin enters, saying “Good morning” in Italian. She’s wearing a sweater and pants.

The Consul returns the greeting in Spanish.

 

“Come si chiama?”

“Karin Bjornsen”.

Un uomo con una macchina da scrivere fa le domande in italiano e registra le risposte. 

“Luogo di nascita?”

“Kovno, Lituania”.

“What’s your name?”

“Karin Bjornsen.”

A man with a typewriter asks the questions in Italian and records her replies. 

“Birthplace?”

“Kovno, Lithuania.”

 

“Data di nascita?”

“8 maggio del ‘20”.

Dopo aver registrato il nome del padre e il cognome da nubile della madre, chiede: “Professione?”

“Nessuna”.

“Birthdate?”

“May 8, ‘20.”

After establishing her father’s name and her mother’s maiden name, he asks, “Occupation?”

“None.”

 

In spagnolo, il Console dice: “Chiedile un po' perché è qui, perché non vediamo nulla della sua vita qui”.

“Il Console desidera qualche informazione e vuol sapere come e perché è internata qui”.

In Spanish, the Consul says, “Ask her a little why she’s here, because we don’t see anything about her life here.”

“The Consul would like to know how and why you are interned here.”

 

"Vivevo in Cecoslovacchia prima della guerra. Ero sposata con un architetto che è morto dopo l'occupazione tedesca”.

Il segretario prende appunti con una matita su un foglio di carta mentre lei parla.

“Poi sono andata in Jugoslavia e, quando l’hanno invasa, sono scappata in Italia perché ero ricercata dalla Gestapo”. Abbassa lo sguardo nervosamente sui suoi fogli. “Sono entrata in Italia di nascosto e ho ottenuto la residenza con falsi documenti”.

“I lived in Czechoslovakia before the war. I was married to an architect who died after the German occupation.”

The secretary makes notes with a pencil on a sheet of paper as she speaks.

“Then I went to Yugoslavia and, when they invaded, I fled to Italy because I was wanted by the Gestapo.” She looks down nervously at her papers. “I entered Italy secretly and obtained residence with false identification documents.”

 

Un uomo con la cravatta a righe annuisce, ascoltando con attenzione.

“Dopo l'8 settembre, nonostante fossi perseguitata, sono riuscita a sfuggire alla polizia tedesca, poi sono stata internata dalle autorità italiane”.

Listening attentively, a man with a striped tie nods.

“After September 8, though I was being pursued, I managed to escape the German police, then I was interned by the Italian authorities.”

 

“Molto bene” – dice il Console, sempre in spagnolo – “Chiedile la lettera dei suoi familiari a Buenos Aires”.

In italiano, il segretario dice: “Ha portato con lei l'affidavit per emigrare in Argentina?” Lei consegna la lettera.

Uno dei quattro uomini si avvicina e si posiziona dietro il Console.

“Very well,” the Consul says, still in Spanish. “Ask her for the letter from her family in Buenos Aires.”

In Italian, the secretary says, “Did you bring the affidavit to emigrate to Argentina?” She hands the letter over.

One of the four men walks over and stands behind the Consul.

 

Il Console estrae la lettera dalla busta, la apre e la legge, mentre l’uomo guarda alle sue spalle. 

The Consul removes the letter from the envelope, unfolds it, and reads it, as the man looks over his shoulder.

 

Il Console comunica al segretario le sue conclusioni, che lui trasmette a Karin,

“Il Console dice che la richiesta che ha presentato non è sufficiente per autorizzare il suo trasferimento in Argentina”.

“Me l’aspettavo”, dice lei bruscamente e si alza dalla sedia.

The Consul tells the secretary his conclusion, which he relays to Karin. “The Consul says that the application you’ve submitted isn’t enough to authorize your transfer to Argentina.”

“That’s what I expected,” she says abruptly and gets up from her chair.

 
 
 

Dopo un rapido taglio, vediamo Karin e Mario, fianco a fianco, di fronte a un sacerdote che tiene in mano una bibbia. Karin indossa un abito, con un velo bianco in testa. Mario indossa la sua giacca militare italiana. Nessuno dei due sembra molto felice. 

After a quick cut, we see Karin and Mario, side by side, facing a priest who holds a bible. Karin wears a dress, with a white veil over her head. Mario wears his Italian army jacket. Neither of them looks very happy.

 

Dopo la cerimonia, Mario parla con i suoi amici, vicino alla staccionata di legno dell'accampamento femminile. 

“Come andrai ora?”

“Vado a Roma, prendo il treno e vado a Messina. Poi se trovo qualche modo per arrivare a Stromboli, vediamo”.

Tutti indossano uniformi italiane.

“Eccola, sta arrivando”. Gli uomini prendono i bagagli di Mario e vanno al cancello.

After the ceremony, Mario talks with his friends, by the wooden fence of the women’s camp. 

“How will you travel now?” 

“I’ll go to Rome, take the train and go to Messina. Then, if I find a way to get to Stromboli, we’ll see.”

All are wearing Italian uniforms.

“Here she comes.” The men pick up Mario’s luggage and go to the gate.

 

Una volta aperto il cancello, Karin esce con i suoi bagagli, e un mazzo di fiori tra le braccia. Gli amici di Mario prendono i bagagli mentre Karin saluta le altre donne. 

Once the gate is open, Karin comes out with her luggage, a bouquet of flowers in her arms. Mario’s friends take the luggage as Karin bids farewell to the other women.

 

Al suono di una musica drammatica, i novelli sposi camminano alla luce del sole verso i cancelli del campo per partire alla volta di Stromboli e della loro nuova vita insieme.

As dramatic music strikes up, the newlyweds walk in the sunlight to the camp gates to set out for Stromboli and their new life together.

FINE PARTE 2

Parte 3 of this cineracconto will be posted on Saturday, November 16. Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts.