Regia: Jean Renoir, 1945
I Tucker sono a una festa in città quando inizia a piovere. Mentre Nona sta fuori tenendo il cane in braccio, lampeggia un fulmine. "Cosa succederà al nostro cotone?"
Il temporale continua a infuriare. La cittadina viene sommersa: l'acqua scorre dappertutto. Davanti all'emporio di Harmie, un palo del telefono cade su una macchina.
Nona guarda fuori dalla finestra, impotente e avvilita. Getta uno sguardo verso Sam.
Si dirige verso il letto, dove Sam è incosciente, accanto al suo amico Tim. "Sam! Sam! Sam... svegliati!" Lui finalmente si mette a sedere.
Sentendo la pioggia, Sam balza in piedi e corre alla finestra. Si rende conto della minaccia per la loro fattoria.
"Dobbiamo andare a casa!" esclama Nona.
La macchina da presa fa una panoramica dalla fattoria al campo, mostrando la devastazione. Mentre il loro camion si avvicina, i Tucker vedono che la casa è stata danneggiata, il terreno allagato.
Sam scende dal camion e ispeziona la proprietà. Mentre i bambini dormono nella cabina, Nona scende e si avvicina a Sam. Gli porge un batuffolo di cotone fradicio e lo guardano, senza parlare.
Svegliandosi, la nonnina e Tim emergono del camion. Sam mostra a Tim lo stesso batuffolo di cotone. "Ragazzi, è bello e rovinato, Tim". I due uomini stanno in piedi solennemente indossando ancora i loro abiti e cravatte scuri della festa della sera prima.
Poi si dirigono attraverso l’inondazione dietro la casa per trovare la mucca. L'acqua arriva alle loro ginocchia.
Tim chiede: "Dove pensi che possa essere?"
"Non lo so... ma devo proprio trovarla, Tim. Il pascolo laggiù vicino al fiume è tutto sott'acqua".
Dietro di loro, il tetto ha perso la maggior parte delle sue tegole. I due alberi contorti salgono senza foglie verso il cielo.
"Spero proprio che non sia in quel fiume... Non c'è nessuna mucca per cui valga la pena affogare".
"Non ti sto chiedendo di aiutarmi, Tim”.
"Verrò con te”.
Gli uomini camminano attraverso la corrente d’acqua. A volte, arriva quasi ai loro fianchi.
Improvvisamente, Sam si gira, al suono del muggito di una mucca.
"Eccola!" – grida, indicandola – "Vado lì a prenderla".
Tim lo avverte: "Perché non aspetti che l'acqua scenda?"
"Il fiume non smetterà mai di salire".
Quando il fiume diventa più profondo, Sam si tuffa e comincia a nuotare. Ormai senza giacca, Tim lo segue.
Fuori forma, Tim fatica a tenere il passo di Sam.
Gli uomini si aggrappano a un tronco d'albero per riposare. Tim si sforza di riprendere fiato.
Sam dice: "Vado avanti da solo".
"Oh no... Vengo con te".
"Tu rimani qui", ordina Sam al suo amico e si allontana a nuoto.
Ma, ancora affaticato, Tim lo segue comunque. In un primo piano, vediamo l'acqua agitata e il suo carico di rotolacampi e rami d'albero rotti.
Inzuppato, Sam sta guidando la mucca a riva quando sente un richiamo: "Sam!... La corrente!... Aiuto!"
Senza esitare, Sam lascia andare la mucca e nuota verso il suo amico, che è aggrappato a un tronco galleggiante.
Mentre Sam nuota più forte che può, vede la corrente che porta Tim rapidamente via.
Il terreno è allagato fino alla linea superiore delle recinzioni. Esausto, Sam raggiunge finalmente Tim e afferra il tronco, ma la corrente li sta portando via entrambi.
In qualche modo, sopravvivono. Sam aiuta il suo amico a raggiungere la riva.
Sulla terraferma, Sam dichiara: "Vengo in città con te, Tim. Raccoglierò i miei miseri averi che sono rimasti, prenderò i miei e me ne andrò! Tutti quei campi, gli alberi e il fiume, non riesco più a guardarli! Ho dato loro tutto quello che avevo da dare, e cosa mi hanno dato in cambio? Niente. Nient'altro che guai e miseria". Lancia un duro sguardo all'acqua. "Sarei pazzo a restare ancora. Un uomo dovrebbe sapere quando viene sconfitto. Quando non è desiderato in un posto, non c'è altro da fare per lui che fare i bagagli e andarsene!" Tim lo guarda tristemente, con una mano sulla sua cravatta penzolante.
Gli uomini tornano indietro attraverso i campi allagati. Alla fattoria, camminano nell'acqua alta fino alle caviglie, passando accanto a grappoli di batuffoli di cotone inzuppati.
Con la faccia cupa, Sam sale sulla veranda. Nona chiama allegramente: "Sam! Stento a credere che la casa sia ancora in piedi!" Ride, ancora nel suo vestito da festa.
Si muove nel soggiorno, chiacchierando e tenendo un secchio in mano. "Sam, il tuo fucile è al sicuro... e anche molte altre cose".
"La maggior parte dei vasi di verdure di Jotty sono ancora interi. Certo, i quadri si sono un po' rotti... Ma una volta che li avrò appesi dritti al muro, non sembreranno più così male". In primo piano, il calendario mostra che è autunno, settembre.
Sam guarda, confuso.
"Certo, la cosa peggiore di tutte era il tubo della stufa..." Si avvicina e guarda in alto, valutando. "Ma l'ho rimesso in piedi e credo che ora funzionerà bene". È raggiante, soddisfatta del suo lavoro. "Che te ne pare, Sam?"
"Mi piace molto, tesoro".
Quando Nona si inginocchia e accende la stufa, Sam sorride.
Guarda il tetto, poi si gira e comincia a rimettere a posto il tetto della veranda.
"Sam..."
"Sì, cosa c'è, Tim?" Sam si siede sulla veranda accanto a lui.
Tim guarda il suo amico. "Hai detto che saresti venuto in città con me".
"Sì... sì, l'ho detto".
"L'hai detto, ma ora non vieni più, eh?"
"Per un po' sono stato così stanco che mi sembrava di non credere più a niente. Ma ora i miei vestiti cominciano ad asciugarsi... sto cominciando a credere di nuovo. Credo che sia così che si sente la terra quando è bagnata. Ma il sole comincerà ad asciugarla e lei ricomincerà a chiamarmi, proprio come fa Nona a volte".
Tim dice, rassegnato: "L'ho sempre saputo che non avresti mai lasciato questo posto. Se ci fosse un solo contadino rimasto su questa terra... saresti tu".
Sam sorride, contento.
"Quelle tue macchine sono buone. Me ne rendo conto. Ma di sicuro non puoi mangiarle. Una volta ogni tanto, bisogna avere un pezzo di manzo e qualche pannocchia per riempirsi la pancia. Oh, voi gente di città siete molto intelligenti. Ma temo che senza noi contadini, diventereste un po' magri".
"E senza noi operai" – risponde Tim – "mi chiedo solo cosa succederebbe a tutti voi. Il tuo aratro è certo che non è cresciuto su un albero. E il fucile con cui nutri i tuoi in inverno, non hai piantato nessun seme per ottenerlo. Un giorno, spero che tu ti prenda un trattore. Da dove pensi che verrà? Credimi, amico... ci vuole gente di tutti i tipi per fare questo vecchio mondo".
"Tu ami la tua fattoria. Proprio così. Tu rimani. A me piace lavorare in una fabbrica. Ed è per questo che sono venuto qui a riprenderti con me, Sam. Beh, sai di cosa sto parlando. Non voglio fare del male. Vorrei solo aiutarti".
Sam mette il braccio attorno all'amico. "Sì, lo so, Tim. Grazie!"
Dalla cucina, Nona chiama: "Il caffè è pronto!"
I due uomini si alzano dalla veranda. La nonnina e i bambini entrano dal campo bagnato.
Nona fa un sorriso incoraggiante a Sam quando entra, mentre il cane guarda.
I bambini saltano su e giù, chiedendo a gran voce: "Voglio il miele! Voglio il miele!"
"Ragazzi, niente potrebbe avere un sapore migliore di questo!" dice Tim, sorseggiando il caffè.
Sam cammina verso la stufa e si scalda le mani sul bollitore. Nona gli porge il suo caffè.
La famiglia si riunisce intorno alla stufa, proprio come quando si sono trasferiti qui per la prima volta.
Il sole splende, la terra è asciutta. Sam arriva con l'aratro trainato da un cavallo.
Nona è in jeans e camicia, con in mano un rastrello. Dice alla nonnina: "Domani credo che avremo finito di arare".
Sam mette il braccio attorno a Nona, guardando i campi. "Sì... la primavera sarà qui prima che ce ne accorgiamo, tesoro. Credo che quest'anno possiamo iniziare a seminare un po' prima".
FINE
This is the final installment of this cineracconto. For background about the making of this film and analysis of the gifts it offers us, please see the discussion by “The Film Sufi.”
The blog is taking its annual August pausa. We will be back in September with a revised format for how we cover our films! For one thing, the English translation will accompany the Italian, so the blog posts will be more accessible to lower level B2 learners. And the format will be fun!
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GLOSSARIO
affaticato (affaticare) – exhausted (past participle as adjective)
afferra (afferrare) – he grabs
aggrappato (aggrappare) – clinging (past participle)
allagato (allagare) – flooded (past participle as adjective)
avverte (avvertire) – he cautions, warns (Note: it can also mean ‘inform.’)
avvilita (o/a/i/e) – despondent
balza (balzare) – he leaps up
un batuffolo (o/i) – a cotton boll
le caviglie (ia/ie) – the ankles
esitare – to hesitate
fatica (faticare) a – he struggles to [do something]
i fianchi (co/chi) – the hips
fiato (o/i) – breath
fradicio (io/ia/i/e) – soaked
un fulmine (e/i) – a bolt of lightning
galleggiante (galleggiare) – floating (present participle)
le ginocchia (io/ia) – the knees
grappoli (o/i) – bunches
guai (uaio/uai) – sorrows, woes, troubles
incosciente (e/i) – passed out
inzuppato (inzuppare) – drenched (past participle as adjective)
manzo (o/i) – beef
il miele – the honey
la minaccia (ia/e) – the threat
il muggito (o/i) – the mooing
ormai – by now
la pancia (ia/e) – the belly
pannocchia (ia/ie) – an ear of corn
il pascolo (o/i) – the pasture
penzolante (penzolare) – dangling (present participle)
porge (porgere) – he holds out
raggiante (e/i) – beaming
rami (o/i) – branches, tree limbs
rassegnato (rassegnare) – resigned (past participle as adjective)
rotolacampi (o/i) – tumbleweeds
sorseggiando (sorseggiare) – sipping
splende (splendere) – it shines, sparkles
stento (stentare) – I can hardly [so something]
tenere il passo – to keep up
la terraferma – dry land
trainato (trainare) – pulled, drawn (past participle)
un tronco (o/chi) – a trunk, log
il tubo (o/i) – the pipe
valutando (valutare) – appraising